Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 568

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tutte le virtù un compendio bellissimo simile a Dio, disse
alla mente immortale, in cui primamente tanta virtù seminò:
«È ben raggione che tu sij punita poi, se non
saprai a tuo senno far oprar questo spirito, ch'è di tanta
intendenza virtuosa capace. Io non ti sto a donar pietre
et piante, ma spiriti nobilissimi partecipi delle tue virtù,
che teco fanno simbolo et armonia. Né scusa fia che sian
partecipi di vitij, perché non saran tali se non volendo tu,
perché hai somma libertà di volere et svolere secondo
la legge mia, che nelle tue virtù intaglio viva per
tuo compimento nella mia similitudine. Et lo spirito per
natura è più atto al bene che al male, perché ciascun ente
vuol esser buono et conservarsi, né si trovarìa chi desideri
la propria destruttione, <perché non sarebbe mia fattura et
imitatrice.
E> perché le virtù sono mezzi d'acquistar la
vita, et i vitij la morte, sono quelle voluntarie et naturali,

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