Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna, p. 268

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oggi il re di Scozia aspira al reame d’Inghilterra per la linea di casa di
Jorche, ch’egli ha da sua madre, nepote d’Arrigo VIII, padre di questa
reina Elisabetta che oggi regna, e per la vicinanza del regno, che senza
dubbio non ci è più vicino alla corona. <Dunque s’aspetta che,
morendo Elisabetta la quale è vecchissima, li Scozzesi, emoli delli
Inglesi, s’abbino ad insignorir di loro>.
Di più, il Parlamento di Londra ha preso gran signoria in Inghilterra,
e quasi par che aspiri a far la republica di pochi, come si è fatta
Olanda, che è naturale a settentrionali non comportare signori comandanti
a bacchetta, e i re d’Inghilterra sempre stettero soggetti al senato
e a parlamento. E dopo poco tempo presero signoria più stretta con
occasione della nuova religione.
Ma primamente fu divisa l’isola in
quattro regi, e poi venne ad uno, come Spagna da molti suoi venne,
ma ebbero sempre manco autorità i regi inglesi che li spagnoli.
Dunque servendosi di queste occasioni Spagna deve, per via di
mercanti fiorentini sagaci, che praticano in Anversa che sono meno
sospetti alli Inglesi che li Spagnoli, trattare con quelli che hanno
qualche odore della linea delli regi antichi, secretamente promettendo
ad ognuno singolarmente, senza che altro il sappia, tutte le forze di
Spagna per farlo signore del regno, o della miglior parte, ed empire di
speranze ciascun di loro, sì che tutti aspirino al regno in tutto o in
parte, dimandando, per colorir il negozio, da loro i Spagnoli solo
questo, che non si oppongano poi a rubar le flotte del Mondo novo,
perché in questo modo sperando ognuno difficulterà il dominio al
scozzese.

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