Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna, p. 274

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XXVI
Di Polonia,
Moscovia e Transilvania

Il regno di Polonia è oggi il più possente del Settentrione, e s’egli
non fosse disunito in religione, e il re si facesse per successione e
nativo, e non forastiero, sarebbe assai formidabile al Turco, massime
se si unisse al gran Duca di Moscovia. Ma li signori Palatini e li elettori
temono della possanza del re, e non li danno troppo dominio. Però
Spagna deve procurare sempre che si faccia un re cattolico, come fu
sino a questo tempo, altrimente si potrebbe far capo delli eretici settentrionali,
che se bene discordano in ogni cosa, accordano in questi
due punti, cioè che il Papa sia Anticristo, e casa d’Austria i campioni
anticristiani, onde è facile a loro unirsi contro il Papa e Imperatore
vicino a loro, se fossero uniti sotto un capo possente
, il quale non può
essere altro che il re di Polonia, già che quello di Danimarca è debole
di forze e lontano, e quel di Svezia e Norvegia è lontano e diviso col
mare della Germania.
Secondo, bisogna forzarsi che il re sia di casa d’Austria, o almeno
amico e confederato per via di matrimonio, come è questo. Terzo,
opponerlo al Turco sempre, perché sono confini, e collegarlo col gran
Moscovita a danni del Turco, come meglio si può.
Tenga anco ambasciatori sagaci e splendidi in Cracovia, i quali
abbino cura d’aggrandire l’opinione di Spagna appresso li elettori di
Polonia, e operare che, avendo il re di Spagna più figli, uno di loro sia
eletto re di Polonia, perché non

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