Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna, p. 366

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e meglio le cose scrivere e con più arte, e aggiongere o levare. E V.S. vede
che Spagna ha bisogno d’altre cose che non si crede, né posso scriverle tutte
per ora. <Dissi non mancano oggi i Soloni, Licurghi e Gioseppi, etc., ed è
vero, perché nelli necessari Dio non manca, ma gli uomini accusano Dio
come mancatore, mentre i savi che egli manda opprimeno e non vogliono
conoscerli. E poi dicono che non nascono più i Soloni e gli Aristoteli, cosa
falsissima, che ci son megliori, ma mal conosciuti, mentre i Gentili si ammirano
e i Cristiani s’invidiano.

Questi scritti siano secreti, perché quando li rinnoverò, saran più di conto
che non furo i Sibillini al Re romano, se ben l’invidia ciò mi niega; ma io lo
dico perché lo posso provare e mostrare> a Spagna, se saprà mettere in essecuzione
parte di quanto ho scritto, ben per lei, altrimenti, etc. <né si può
conoscere una parte, se tutte non si leggono>.
Amen, addì 31 dicembre 1598. Finis.

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