Sommario: Lieto di trovarsi in fine tra gente che non seconda le persecuzioni del Mostro, è riconosciuto a Luigi
XIII de’ favori e degli onori che non gli ha lesinati a coloro che cordialmente lo accolsero a Marsiglia, al Peiresc
delle molte cortesie, al pontefice [Urbano VIII] della pensione; e ripete che non si è potuto
sdebitare col Rossi, avendo dovuto aiutare i suoi parenti perseguitati dagli
spagnuoli (Spampanato)
Nota redazionale: [Autografo] Campanella scrive a [Nicolas-Claude Fabri de Peiresc] ricordandogli le numerose lettere già
scritte attraverso Roberto Galilei e i signori Puteani [i fratelli Pierre e Jacques Dupuy, bibliotecari del Re], ricorda
Buttiglier [Claude le Boutthilier] latore di un sussidio. Rivela di non celarsi più sotto il nome di fra’ Lucio Beradi
[falso nome adottato da Campanella] ma di essere ormai riconosciuto come fra’ Campanella. Ricorda che quattro libri della
sua Medicina [De Medicina] erano stati stampati prima del suo arrivo a Parigi,
facendo credere che fosse stato lui a concedere l’autorizzazione al librario e per questo il Papa [Urbano VIII], tramite
monsignor Mazzarini [cardinale Giulio Mazzarino], aveva stabilito che gli si concedesse il sussidio che riceveva a Roma a
patto che non stampasse più all’insaputa del pontefice.