Sommario: L’epistola è la versione originale del proemio dell’Ateismo trionfato italiano, di
recente rintracciato. Indirizzato a Kaspar Schoppe, che nella primavera del 1607 si era recato a Napoli per stabilire
contatti con il prigioniero, nella versione latina essa aveva visto la luce già all’inizio del 1700 per opera dell’erudito
tedesco B. G. Struve, e quindi era stata ristampata da Amabile e Spampanato. La lettera è di grande rilievo, oltre che per
la presentazione di una delle opere più significative di Campanella, anche per gli importanti elementi biografici che
contiene (Ernst)
Nota redazionale: [Autografo. L’epistola è la versione originale del proemio dell’Ateismo trionfato
italiano, indirizzato a Kaspar Schoppe]. Campanella ricorda la tortura della veglia e i cinque processi subiti. Accenna alla
Metafisica italiana [opera andata perduta] e nel momento in cui scrive sembra sperare di poterne
rientrare in possesso. Si difende dall’accusa di aver scritto De tribus impostoribus perché era stato
scritto trent’anni prima della sua nascita e accenna alla Monarchia del Cristianesimo [andata
perduta].