Scheda informativa lettera n. 8
Titolo: A Monsignor Guglielmo Bastoni, Nunzio Apostolico a Napoli
Sommario: Dirette a monsignor Bastoni, nunzio di Napoli dal 1° dicembre 1605, queste pagine offrono uno dei più precoci esempi di un elenco di promesse, con le quali il prigioniero intende provare di poter giovare al regno e alla cristianità, in virtù della conversione degli eretici, della redazione di libri e di invenzioni mirabili, promesse seguite dalla lista dei libri composti o in via di elaborazione. Il memoriale, che si presenta come una supplica, a nome di un gruppo di «amici e parenti» indirizzata al nunzio di Napoli per perorare la causa del prigioniero, in verità è opera senza dubbio di Campanella stesso, che in queste pagine rievoca i principali eventi della congiura, cercando di spiegare e giustificare le iniziative proprie e dei compagni, protesta la propria innocenza e denuncia le inumane condizioni in cui vive, supplicando di essere ascoltato e che la causa venga rivista (Ernst)
Nota redazionale: [Copia] La lettera e l’allegato memoriale sono stati probabilmente scritti nel periodo luglio-agosto 1606. Dirette a [monsignor Guglielmo Bastoni, nunzio di Napoli] queste pagine offrono uno dei più precoci esempi di un elenco di promesse, con le quali il prigioniero intende provare di poter giovare al regno e alla cristianità, in virtù della conversione degli eretici, della redazione di libri e di invenzioni mirabili, promesse seguite dalla lista dei libri composti o in via di elaborazione. Il memoriale si presenta come una supplica, a nome di un gruppo di “amici e parenti” per perorare la causa del prigioniero. L’autore è probabilmente Campanella stesso che in queste pagine rievoca i principali eventi della congiura. Ricorda come la sua amicizia con il Vescovo di Mileto [Marcantonio del Tufo] accese il risentimento dell’avvocato fiscale [Luis Xarafa del Castillo]. Cerca di spiegare e giustificare le iniziative proprie e dei compagni. In particolare fra Dionisio Ponzio che sollecitava ad uccidere maestro Giovan Battista da Polestina mandante dell’omicidio di suo zio [Pietro Ponzio]. Ricorda Spinelli [Carlo Spinelli], Ruffi [Carlo Ruffo], e Morani [Giovan Geronimo Morano]. Precisa che il Papa [Clemente VIII] concesse il ‘Breve’ [che autorizzava il processo contro Campanella] perché nella congiura erano emersi i nomi di San Giorgi [Cinzio Aldobrandini] del Vescovo di Mileto [Marcantonio del Tufo] e del Vescovo di Nicastro [Pietro Francesco Montorio]. Protesta la propria innocenza e denuncia le inumane condizioni in cui vive, supplicando di essere ascoltato perché gli avvocati fiscali non gli avevano mai permesso di difendersi e lo avevano costretto ad accettare un avvocato [Giovan Battista de Leonardis] che non lo aveva mai difeso e che, grazie a questo, fu premiato con la carica di fiscale. Chiede infine che la causa venga rivista.
Data: luglio-agosto 1606
Fonti manoscritte: Copia, Pesaro, BO [Biblioteca Oliveriana], 667, ff. 205-217
Edizioni: Firpo 1953, pp. 477-487
Incipit: Nota de’ libri composti dall’autore, mandati fuora, quantunque dica da farsi.
G. Ernst, Lettere, 2010 (ed. di riferimento): pp. 13-21