Tommaso Campanella, Lettere, n. 43
A OTTAVIO SAMMARCO IN NAPOLI
Napoli, 26 dicembre 1614
Molto illustre signore mio osservantissimo,
non ho risposto prima a Vostra Signoria molto illustre perché stavo occupatissimo
 in cose impostemi da superiori
            maggiori di gran momento, oltre
 le mie continue occupazioni teologiche, ch’ella sa, e la dubitanza, perché
 non sono
            del tutto civile che possa tutto a mio modo. 
Di più, non devo dissimulare un’altra raggione secondo la libertà mia e
 naturale con gli amici e con tutto il mondo. Mi fu
            avisato da certe persone
 che Vostra Signoria vuol mandare a stampa li Aforismi miei politici (come
 suoi) e che per tali li spaccia per tutta la Vicaria, non meno che faceva in
            Castel dell’Ovo, e che mutò li nomi in verbi e li verbi in nomi per variare
 come soleno li scrittori moderni, e dove io
            dico che il re è obligato a difendere,
 insegnare, nudrire e giustificare li popoli, Vostra Signoria dice che deve
            essere difensore, maestro, padre e giudice, che è lo stesso, et sic de singulis.
 E io fui forzato
            mandarli a Venezia a stamparli senza nullo guadagno
 mio, et in Alemagna, e di più n’ho dato copia al Viceré et a molti
            titolati
 et al principe Filiberto di Savoia, che tratta la libertà mia. E ’l Viceré
 ce l’ha promesso, e Lelio
            Filomarino ebbe pensiero da detto principe di
 fare copiare la Monarchia di Spagna, di più li Discorsi ad principes Italiae,
 e la filosofia mia naturale, morale, politica et economica, come
            potrà sapere
 dal medesimo Lelio, e questo l’ho fatto per mio utile e per obviare alli disegni
 di Vostra Signoria, con
            la quale mi doglio oltre modo: poiché‚ dovendomi
 faurire, cerca levarmi li frutti della virtù con li quali mi aiuto.
            Doveva
 Vostra Signoria più presto comentare detti Aforismi e leggere l’istorie tutte
 e Plutarco
            e Budino, Aristotile, Platone e Macchiavello con licenza, et altri
 che di tale materia scrissero, e difendere le cose mie
            in che discrepo da loro,
 e non, senza aver visto nullo di questi libri, solo con finger di voler leggere
 Aristotele e
            Tacito, cavar fuori l’Aforismi miei come sue invenzioni, sapendo
 certo lei e tutto il mondo che non
            può megliorare e fare più dotti aforismi
 delli miei, sendo tanto poco prattica lei in queste materie, che manco avea
            visto Aristotele, che lo san li fanciulli; onde perché l’armi dell’armi mie appresta
 per farmi oltraggio? ma pensar doveti
            che io son caporuto in simili
 brighe. Io l’averia onorato e dedicatoli un libro, pregandolo che lo difendesse 
 e commentasse, et onorarci l’un l’altro virtuosamente, et ora sono astretto
 per non romper l’amicizia
            mandarli fuora senz’utile e farli dopoi contra
 qualche apologia. Stia però sicura ch’io la servirò in qualsivoglia cosa
            onorata,
 e com’a mio fratello proprio ingenuamente, e me vedrà sempre simile a
 me stesso, e d’animo filosofico, non
            corteggiano, né volgare. E questa la
 scrivo per non tener mal animo, ma darle occasione de megliorare l’amicizia
 con
            me, e darmi animo di servirla meglio e non di scriver contra lei. E lei,
 come nobile e filosofo, so che emendarà questi
            inconvenienti. Mi faurischi
 dire al sig. Salona che si faccia vedere, che fra Gregorio Costa, che sta in
 S. Maria
            della Salute fuori la porta dello Spirito Santo, li dirà in che modo
 mi ha da parlare. Dogliomi per fine della persecuzione
            sua lunga e della
 morte de Xuarez in carcere qua significata da quel suo Marte in occidentali
angulo; di grazia mandimi la sua natività, dico de Xuarez. 
Ora rispondo alli quesiti che mi fa intorno a questa natività del cavaliero
 Salernitano. Al primo dico che questa natività è
            mezza tra il 3 e 4 grado
 posti da Tolomeo, perché il satellizio de luminari non è angulare, né manda
 li raggi alla
            cuspide, ma lontano; né è matutino al Sole, se non lontano, e di
 sole due stelle vicine, né etc. 
Secondo, dico che le dignità grandi che promette sono più presto ecclesiastiche,
 per essere Giove signor delli satellizii,
            et in quarta, et il Sole e la Luna
 in segni di Giove, pur l’aspetto di Marte a Giove dat gladii
                dignitatem, e
 per altre raggioni note, e può essere dignità di titolo e di giudicato, etc. 
Al terzo quesito dico che questo anno, andando la direzione della Luna
 al sestile del Sole, può esser libero, e che li
            progressi alle 12me non impediscono,
 perché le 12me son salve dalle
            malefiche in radice, se ben non quella
 della Luna, né del Sole, che han contra l’opposizione e quadrato di Marte,
            subito quella nel principio, e questo mi dà di pensare, sendo in sesta. Guardisi
 di non si far male esso medesimo, perché
            mira dall’Ascendente, e quel
 ch’è peggio ritrova Marte per transito in sesta: credo averà impedimento sin
 che Marte si
            parte della sesta in quella lunazione che la mirerà bene. Vostra
 Signoria lo veda nell’ephemeride. Ci è assai di buono che
            il Sole va avvicinando
 al corpo di Venere che li promette sanità, dignità, libertà; appresso
 in Sagittario Giove
            tornerà al Medium Coeli. Bella cosa sarà etc.
Al quarto, più importante, l’infirmità dell’anno 30, per l’occorso del quadrato
 di Saturno all’oroscopo, sendo in segno
            equinoziale e disponendo Venere,
 pare un mal francese, corrozzion di sangue, affetto di fegato, stomaco e
 più nella
            tossa comparirà l’affanno. Non mi par mortale, sendo in termine
 benefico e senza aspetto d’altra malefica. Ma ben fia
            pericolosa, se li progressi
 et ingressi consentiranno. Vostra Signoria l’esamini bene. Guardisi
 pur di travagli per
            causa di religione. L’altra che seguita al 31 in circa,
 per l’opposizione di Saturno al Sole, secondo l’Egizzii è manco
            male in termine
 di Giove, ma secondo Tolomeo in termine di Mercurio maleficato da 
 Marte e in casa di due malefiche, e li promette persecuzioni nell’onore, dignità
 e pericolo di morte violenta
            senza effetto. E perché Venere dispone,
 sarà per causa di femine e di cose pertinenti al vitto e vestito e simili
            delizie,
 o alla grassa e similia etc. Guardisi d’infermarsi a peggio, e morire per ulcere
 e
            fistole e rimedii applicati malamente da medici ignoranti. E perché ci
 sono stelle nebulose al primo di Capricorno e li
            luminari in radice da simile
 affezzione toccati, può temere male negli occhi. Item perché se ritrova
            nel 
 medesmo luoco Cauda Draconis, et è in segno tropico e bestiale, truncato,
 guardisi di
            scavallatura, zoppicatura, gibbosità venuta per cascata, o botta
 d’animali, ma più credo per il mal precedente. S’il
            termino è di Venere,
 par anche d’omini: scamparà se li progressi et ingressi discordaranno; dubbito
 assai se Saturno
            sarà in Cancro.
Altro non posso dire alla sua et allo quesito. Me li racomando e desidero
 che sia difensore della nostra filosofia, e fare
            che sia piantato contro l’ignoranza
 e sofisticheria de Greci per gloria dell’Italia nostra, e che non faurisca
 alli
            nemici per vanagloria. E io li prometto esserli buon servitore e darli tutti
 li scritti miei, e tenerlo per mio campione,
            perché anco estimo li beni naturali
 del suo ingegno, benché in questo atto morale si sia passato così con me.
 Miro
            all’influsso di questo seculo, e ch’è stato allevato da gente che fa professione
 di trascrivere a sé la gloria altrui, e
            che tutti errano in via morum.
 Ma so che impiegandosi al beneficio della patria e di me, servo suo,
            può far i
 miracoli col buono intelletto e parte di fortuna che Dio l’ha dato, e creda di
 me quel che li scrivo,
            sapendo per pruova la schiettezza mia e costanza inviolabile
 in favor della verità etc. Non altro. 
[Napoli], 26 di decembre 1614.
servitore affezionatissimo
