Tommaso Campanella, Lettere, n. 59
AL CAVALIER CASSIANO DAL POZZO IN ROMA
Napoli, 20 luglio 1624
Molt’illustre signor osservandissimo,
non vede poco con l’occhio dell’intelletto Vostra Signoria molto illustre,
poiché è andata buscando per tutto quel ch’il Senno divino per me, suo vile
strumento, soggerisce al mondo; e dentro
alle fosse e luoghi di tormento ha
penetrato con che tranquillità d’animo vittorioso sto trattando la causa del
Senno eterno a beneficio del mondo, qual io richiamo alla scola sua e non degli
uomini, chi per tal causa mi fan guerra,
come il secolo sequente conoscerà.
La ringrazio di questo studio e la supplico che s’adopri che vengano in abondanza
libri assai, e quanti sono stampati. E perché Favilla tiene la lista di tutte
l’opere che ho fatte – e già finii l’ultimo
e trentesimo libro della Theologia,
ch’è de saeculis saeculorum –, potrà
ella col signor Scioppio e altri amici trattar
la stampa di questi, che io dedico a nostro signore Papa, e così di quelli
che
son in Roma, animando la pusillanimità di chi m’aiuta, in particolar di Favilla
nostro, che, quando non arriva
subito al suo disegno, si dispera o s’arresta ecc.
Io assai desidero trovarmi in Roma nell’anno santo per cosa molto giovevole
a santa Chiesa: e però replico a Vostra
Signoria che non aspetti Favilla
né altri, ma che subito e continuatamente negozii d’aver licenza dal Padre
generale
o dal cardinal Borghese, protettore del mio Ordine, che possa
venir in Roma fra Dionigi di Castelvetere, mio discepolo in
ogni scienza, e
massime in teologia, di cui Vostra Signoria averà gran gusto ecc., perché lui
negoziarà meglio ch’un
secolare; e di più aver la lettera del Padre reverendissimo
generale al Re Cattolico, che mi dimandi a nome della
Religione. E
questo sia subito, avanti che si parteno gli aiuti che tengo in Ispagna.
Resto al suo comando di tutto core, e m’allegro della benignità sua verso
me e del buon sentimento ch’ha delle virtù e
scienze non volgari. M’avvisi
che libri tiene di miei, e come sono bene stampati, e se ci è annotazione.
A Dio, che sia tra noi. Amen.
Napoli, 20 di luglio 1624.