Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna, p. 246

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XXIV
Della Francia
Perché alla Monarchia di Spagna nissuno impedimento può essere
maggiore che la Francia, per la vicinanza e inimicizia naturale e ferocità
de’ popoli bellicosi, e per l’unione d’un principato sotto un capo
naturale, le quali cose non hanno gli altri nemici, perché o son lontani,
come il Turco e Inghilterra, o son impotenti, come li Italiani, o son
divisi, come li Germani, però conviene di Francia più particolarmente
discorrere sopra le passate trascuraggini, acciò meglio in futuro si sappia
governare.

Dico dunque primieramente che venendo essi da Gomer della
stirpe di Iafet, e avendo arme e valore, e avendo avuto la religione
propizia e il fato sotto Carlo Magno, il quale con bellissima arte e
forza diede principio dopo Pipino alla Monarchia francese, e tutti i
Cristiani dependeano da lui, e avendo abbattuto già il fresco Macomettismo,
poteano facilmente diventare signori del mondo, tanto più
che i Spagnoli suoi emoli erano divisi in più regni, soggetti a Maometto,
e pochi, e faceano guerra contra Mori entrati in Spagna, e
non poteano impedire la Francia della sua Monarchia, come fa oggi
essa a Spagna.
Ma perché non sanno i Francesi mantenere, sendo impazienti,
disobedienti e indiscreti nel governare fuor di Francia, mai non han
potuto fondar signoria
, facendosi essi licenziosi con poca gravità, e
donando a popoli licenziosità grande, e trattandoli or crudelmente or
licenziosamente, senza curar dei difetti loro. Onde sempre fecero
acquisti grandi e niente hanno mantenuto, aggiungendovi per causa la
disunione dei figli, ch’uno re d’Italia, uno di Germania e uno

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