Lessico delle passioni in età moderna

Direzione scientifica del progetto
Pina Totaro
CNR-ILIESI

italiano/inglese

René Descartes

Les Passions de l'Ame

René Descartes (La Haye en Touraine, 31 marzo 1596 — Stoccolma, 11 febbraio 1650)

Les Passions de l'Ame è l'ultima opera pubblicata da Cartesio: qualche mese dopo l'inizio della distribuzione della stessa sul mercato olandese e francese, Cartesio moriva in Svezia.

Il progetto del libro nasce attorno al 1645. La composizione avviene probabilmente nell'inverno di quell'anno, se agli inizî del 1646 una copia della prima e seconda parte può essere spedita alla principessa Elisabetta, che la commenta. Il testo che Cartesio mostra ad alcuni amici nel suo ultimo viaggio a Parigi, nel 1648, è stato accresciuto di nuovi materiali (per circa un terzo del suo volume, verosimilmente la terza parte); segue una fase di revisione, e la stampa, le cui bozze si ritiene egli abbia corretto prima di partire per la Svezia i primi giorni di settembre del 1649.

Nel progetto dell'opera pesa certamente l'interesse dell'epoca verso la morale e le passioni, ma essa non è un divertissement, né il segno che Cartesio abbia abbandonate le ricerche fisiche cui legava la sua reputazione, come egli stesso ribadisce all'anonimo corrispondente nelle lettere pubblicate in introduzione. Anzi. Gli accenni alla differenza fra la propria esposizione sistematica e quella tradizionale ci ricorda la carica di novità che il sistema cartesiano portava; le frecciate contro gli «Anciens», gli oratori, i filosofi morali ed il mondo universitario individuano alcuni dei nemici del nuovo sistema. L'argomento stesso, le passioni dell'anima, è scelto non a caso, perché permetteva di affrontare il nodo spinoso dell'interazione fra il mondo esterno e quello interno, fra volontà e condizionamenti, virtù e vizio, e libero arbitrio. Da questo punto di vista l'opera rappresenta per Cartesio una sfida intellettuale d'importanza strategica: permetteva di provare come, anche all'interno di un sistema meccanico, si può parlare di morale, di vizio e virtù, di libertà. Ma oltre a questi temi, importanti per un confronto con le altre correnti filosofiche dell'epoca, l'opera è strategica anche per un'altra ragione: essa s'inserisce infatti nel problema mente-corpo, particolarmente spinoso per la filosofia cartesiana. Se la mente è una sostanza pensante, mentre il corpo una sostanza estesa, come possono due sostanze distinte trovarsi unite all'interno dell'uomo? Come è possibile che le due interagiscano, e che si preservi tuttavia l'irriducibilità dell'anima rispetto al grande meccanismo della natura? Nel trattare delle passioni, che sono proprio il luogo d'incontro fra il corpo e l'anima, Descartes affronta quindi un problema cruciale anche alla sua propria filosofia.

Les Passions de l'ame è diviso in tre parti. La prima espone un sistema meccanico dell'essere umano, ed i movimenti del corpo che sono la principale (ma non unica) causa di produzione delle passioni dell'anima; nella seconda parte sono definite ed analizzate le sei passioni primitive, la cui combinazione produce tutte le altre passioni, e si fornisce un primo elenco di queste passioni composte, alla cui trattazione è dedicata la terza parte. Assieme alle passioni sono citati, en passant, altri protagonisti del nostro comportamento, quali le abitudini, oppure i segni esteriori, fisici, delle passioni stesse.

L'impianto innovativo dell'opera (la protesta, nell'ultima lettera pubblicata a mo' d'introduzione, di analizzare le passioni «en Physicien») si fonda sulla definizione del mondo fisico e morale come di due sistemi correlati, in cui lo stesso movimento viene distinto in azione e passione solo distinguendo, del movimento stesso, la sostanza che l'imprime (agente) e quella che lo subisce (paziente). Cartesio distingue così nell'uomo in una dimensione legata al corpo (al calore ed al movimento) ed uno all'anima (i pensieri), comprensenti in tutto il corpo ma interconnessi in particolare tramite la ghiandola pineale. In questo modo una dimensione subisce le azioni dell'altra, e viceversa: le volontà esterne della mente possono trasmettersi al corpo, e le percezioni degli oggetti esterni possono arrivare alla mente. Ma non tutti i movimenti indotti dal corpo interessano Cartesio; fra le indefinite passioni, egli esclude dal novero delle passioni quelle puramente corporali, legate a sensazioni del mondo esterno (visive, tattili, olfattive...) od al corpo (fame, sete, dolore...). Le passioni dell'anima possono allora essere definite come percezioni, sentimenti od emozioni dell'anima (dunque, né volontà né conoscenze chiare), proprie dell'anima (e non dei sensi), e causate e fortificate da movimenti di essa. Da questa definizione derivano un sistema classificatorio (in realtà, due) ed una meccanica delle passioni.

Il primo sistema classificatorio proposto da Cartesio è genetico: segue l'evoluzione delle passioni dal primo momento in cui un oggetto ottira la nostra attenzione (l'ammirazione), alle prime considerazioni relative (grandezza o piccolezza di enti autonomi o meno, o di noi stessi), alle successive considerazioni di maggiore o minore utilità verso noi stessi (da cui derivano amore ed odio), o la dislocazione temporale (nel presente, amore ed odio; nel futuro, desiderio, nel passato, il rimorso), od il grado di probabilità (dalla certezza alla speranza, al timore, alla disperazione); ancora, simili considerazioni accompagnano il possesso o meno di un bene, nel presente o nel futuro, in noi od altri, giudicati degni od indegni...

Il secondo sistema classificatorio si fonda su sei passioni originarie ed irriducibili (l'admiration, le coppie joye-douleur e amour-haine, ed infine il desir), ciascuna delle quali ha delle famiglie (specie) di passioni derivate, spesso in congiunzione con altre passioni originarie, od accompagnate da passioni derivate. Così ad esempio l'indignazione è una specie di odio, la riconoscenza una specie di amore, la vergogna una specie di tristezza `mescolata' con l'amor proprio, mentre il favore, in una delle sue accezioni, si accompagna con la pietà (a sua volta specie della tristezza, `mescolata' con l'amore), etc.

Alcuni aspetti della sistematizzazione cartesiana devono, anche in una presentazione breve come questa, essere segnalati.

Il primo è la moltiplicazione dei rapporti fra le passioni principali, che le porta ad essere compresenti nella definizione di molte passioni secondarie (per es. l'Amour partecipa anche alla formazione della Gloire, della Pitié, della Generosité e dell'Orgueil, la Ioye partecipa all'Esperance, alla Generosité ed all'Orgueil, etc.). La passione più pervasiva, da questo punto di vista, è verosimilmente il Desir, che partecipa alle passioni figlie sia dell'Amour che della Haine.

Importanti poi, per la definizione delle passioni, oltre ai componenti, sono anche le opposizioni, le differenze fra le une e le altre. Così ad es. Generosité ed Orgueil, che hanno formule generative eguali, sono però passioni distinte; la Veneration differisce dalla Devotion, il Remors dal Repentir (rese diverse dalla presenza o meno del dubbio). In alcuni casi è proprio il gioco delle opposizioni che permette di distinguere due passioni: Courage ed Hardiesse sono distinte dal fatto che al primo si oppone la Lascheté, al secondo la Peur (o Espouvante).

E tuttavia le passioni, anche quelle fra le principali che si oppongono l'una l'altra, non sono definite da Descartes come contraddittorie, e quindi mutualmente esclusive. Non lo sono, comprensibilmente, Ioye e Tristesse nelle loro passioni derivate Esperance e Crainte; ma anche la Haine partecipa alla formazione di alcune passioni assieme a delle specie del genere Amour.

Il sistema è insomma plastico, sia per la pervasività del Desir (l'Aversion è definita come legata alla Haine nell'art. 85, e tuttavia non estranea al Desir nell'art. 89), sia perché non vede vere e proprie barriere fra i generi (così Desespoir, legato a passioni figlie di Desir, da questa migra in Tristesse). La plasticità si ritrova anche nella lingua, nelle sue sfumature (Estime e Mepris sono propriamente, a detta di Descartes, delle opinioni del giudizio, prive di passione; è per estensione che egli dà questo nome alle passioni relative; stesso discorso per l'Envie, che è un vizio, e il cui nome viene usato per indicare una passione che non è sempre viziosa; così ancora Faveur ed Amour hanno almeno due significati).

Le innovazioni terminologiche testimoniano scarti rispetto alla tradizione colta, filosofica, oppure verso il parlare comune. Esempi del primo caso sono l'Aversion, definita in modo innovativo nell'art. 87, oppure Generosité preferito allo scolastico Magnanimité, od ancora l'Envie; esempi del secondo caso sono termini quali Amour, che nell'uso comune è, secondo Descartes, in realtà un'inclinazione figlia del genere Desir (cfr. art. 90).

Quest'ultimo termine, Amour nell'eccezione comune, ci permette un cenno sugli altri elementi della vita morale. Amour(2) è un'inclinazione; l'ingratitude non è una passione, ma un vizio; virtù sono Humilité e Generosité; l'Irresolution non è una passione che per l'intervento della Crainte (cfr. art. 170); l'Impudence o Effronterie è un vizio opposto ad una passione (la Honte); il Courage è (anche) un'abitudine oppure un'inclinazione naturale, come anche la Satisfaction de soy meme (che è abitudine col nome di Tranquillité. Tutti segni di una grande attenzione verso il patrimonio tradizionale (dei «faiseurs de Romans» e dei «Poëtes») di nozioni sulle passioni. Che s'innesta con uno studio sui segni esteriori (movimenti di occhi e viso, rire, larmes, gemissemens, pasmoison, rougir, palir, soupirs...) che risente moltissimo degli interessi medici di Descartes, declinati nella nuova impostazione «en Physicien».

Un ultimo cenno allora alla meccanica delle passioni. L'anima non ha un controllo immediato delle passioni, perché esse sono accompagnate da emozioni che mettono in agitazione il corpo, le cui vibrazioni si trasmettono così alla mente, nutrendo le passioni stesse e rendendone così difficile il controllo (cfr. art. 46). L'anima può però esercitare più facilmente un controllo indiretto sulle passioni, rappresentando a se stessa qualcosa che sia associato ad una passione contraria a quella che vogliono combattere. In questo modo l'anima può bilanciare e superare la forza della prima passione (cfr. art. 45). L'uomo saggio, che ha una sufficiente conoscenza della verità e del mondo per non farsi ingannare nell'oggetto del suo desiderio, ha anche la maggior conoscenza delle passioni, e può dunque meglio condurle, meglio bilanciarle, per essere da queste meno travagliato, per regolarsi con virtù nelle sue azioni.

Les Passions de l'ame furono, assieme alle Meditationes de prima philosophia e ad altri 5 libri, iscritte nell'Index Librorum Prohibitorum nel 1663.