Sommario: Scritto alla vigilia della liberazione dalle carceri napoletane, è il secondo dei due «bollettini, seu picioli viglietti» che Campanella inviò da Castel Nuovo all’amico e conterraneo Giovan Battista
Contestabile, a quanto ci informa il Contestabile stesso nella Cronaca della sua famiglia, nella
quale trascrive questo secondo biglietto, che elogia in quanto scritto «senza affettazione, ma semplice ed alla
filosofica» (Ernst)
Nota redazionale: Si tratta di una copia [trascritta nella Cronaca della famiglia Contestabile e
anch’essa andata perduta, ma che era stata trascritta a sua volta da Vito Capialbi] di un biglietto scritto da Campanella a
Giambattista Contestabile il giorno prima della discussione nel Consiglio Collaterale della sua causa. Campanella chiede a
Giambattista Contestabile di farsi accompagnare da Giovanni Antonio Parisi (avvocato napoletano presso il quale Contestabile
aveva svolto il suo praticantato] per perorare la sua liberazione considerato che non era stata provata la ribellione alla
base del ‘Breve’ di Clemente VIII [che autorizzava il processo contro Campanella].