Tommaso Campanella, Monarchia di Francia, p. 468

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Mondo novo. Il quale averian conquistato con le navi d’Olanda se
non ribellavan da Spagna, perché son quasi tre mila vascelli: li quali
ora tolgono a Spagnoli quel c’hanno acquistato, non sol quel che potevano
acquistare. È vero quel che scrisse il Campanella nella Monarchia
loro e nel Panegirico, che alli Spagnoli come pazienti e atti a soffrir
l’aria di tutti climi, e posti in sito atto a dui emisferii, fu dato da Dio,
nel fin del secolo, l’Imperio universale sopra il Mondo novo, e nel
giro dell’Oceano per congiunger tutte le nazioni sotto una greggia e
un pastore, e ch’ad altre nazioni ciò non può convenire, perché non
hanno tal pazienza, e non hanno il sito opportuno a navigar verso
ponente e merigge e levante per li oceani. Onde pareno quasi mandati
da Dio a questo fine, come li Romani, dice S. Augustino, ebbero
l’Imperio del mondo unito per agevolar la predicazione degli Apostoli
per tutto.
Ma perché li Romani non intendean questo, come fu detto
a Ciro: Vocavi te et non cognovisti me, ma la propria grandezza, perdettero
a poco a poco l’acquistato ribellante.
Li Spagnoli intendeno questo, che son mandati a sparger l’Evangelio.
Ma questo però è l’ultimo ch’essi intendeno. Ma si serven del
Vangelio per soggettar le nazioni con questo pretesto. Onde si vede
che lascian la fede per l’Imperio loro, come Carlo V in far predicar
Lutero e in occupar Roma, e Ferdinando II che per dar Mantua a
Spagnoli, la fede e l’Imperio lasciò in preda di Svecii, ut supra. Dunque
son più rei ch’i Romani, come intendenti della voluntà del padrone e
non facienti, dice l’Evangelio; però si vede che per Vercelli, per Cales,
per la Valtellina, e per un passo di terra in Europa, a cui

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