Tommaso Campanella, Aforismi politici, p. 135
l’occasione, s’arma contra lui, come fece Bruto et altri
sagaci. Sempre si deve il valore mettere sul candeliere; il
fuoco occulto può più nuocere.
130. Le republiche de’ molti mancano per le medesime
cause communemente e di più per le contese della nobiltà
e della plebe. Rimedio è che siano tutti stimati nobili, come
i Biscaglini, o che si fondi la republica in gente del medesimo
sangue, come la Ebrea nelle dodici tribù, che son da’
dodici figli di Giacob, et assumere a’ gradi di governo li
megliori di tutto il commune.
De contentionibus nobilium cum plebe.
Mutationes propriae rerumpublicarum paucorum dominorum:
131. O perché i rettori supremi usurpano il dominio armandosi
con birreria e tiranneggiando, come i Decemviri
Romani. Rimedio è non fargli in vita officiali et armare
il popolo contra loro donandogli capi, come i Tribuni della
plebe, e che non possano aver guardia di forastieri soldati,
e levargli l’autorità di far leggi senza consentimento commune,
e l’ultima appellazione si pertenga al conseglio grande
di tutti.
Dominatio et libido magistratuum.
132. O perché diventano molli i nobili e si disarmano e
fansi deliziosi, et il popolo li sprezza e s’arma contra loro,
e fa lo stato popolare per ogni occasione d’insolenza e d’ingiustizia
che facessero. Rimedio è che i nobili non siano
soli, ma che si possa aggregare nella nobiltà ogni valoroso,