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CXCIV. Sinodo pasquale 1619 in Tolosa (Tolosa, 16 aprile 1619).
ADHG, 1 G 405, n. 5-6.
Synode de Pasques 1619 faict et tenu par MM. Jean de Rudele, Chanoine Theologal de l’Eglize metropolitaine Sainct Estiennede Th(oloz)e et Vicaire general de l’Archvescque du dict Th(oloz)e. Il documento reca la data «Du Mardy Seziesme d’april mil six cens dixneuf».
Apres laquelle lecture Rey procureur fiscal a faict ses requisitions; et a dict que le soing et surveillance a esté iugée une des meilleures parties de la charge de ceux qui ont charge d’ames: et que ce soing doibt estre principalement employé et redoublé lorsque les occasion sont plus pressant ou presentes, ainsy qu’il se trouve en ce deplorable siecle, auquel on a vu et entendeu l’extreme corruption et de la doctrine et des Mœurs. La corruption de doctrine, en l’Athéisme enseigné et professé par ung Italien nommé Lucilio, Lequel a esté condamné a mort et a esté bruslé pour sa faulse doctrine et impiétez execrables, et esté mort obstiné en son peché: Et qui paroist encore en plusieurs effectz: entre autres en l’irreverance et insolences qui se commettent dans les Eglizes et en la presence du Sainct Sacrement de l’autel, a quoy par une ordonnance faicte par Led(ict) Sieur Vicaire general ce moys dernier, concernant le respect deub aux Eglizes il a esté remédiè, n’en restant que l’execution. Paroist encore L’Atheisme en ce que plusieurs personnes soy disant Catholiques, ne tiennent compte de venir en la confession et Communion a Pasques; a quoy par le Concile provincial il est pourveu, en ce qu’il est Enioint aux Curés et Vicaires d’y prendre garde er de denoncer les deffaillantz et les causes, et leurs motifz, hors de confession. Quand à la corruption des moeurs, elle se manifeste par les malefices des sorciers et sorcieres, devins et devineresses employés aux mariages, ou autres effectz sur les personnes et sur les saintz. Et quoy que au dernier synode il fust enioinct aux Curés d’y prendre garde et d’en faire les denonces, personne ne s’est mis en debvoir. Si que pour [acheminer] le remede, il auroit dressé ung chef de Monitoire, pour le faire avec la permission du d(ict) sieur Vicaire general publier en certains lieux de ce docese, duquel il aura infalliblement preuve; si les curés y veulent employer leur soing, assistance et diligence a retenir les dispositinons. A conclud que le d(ict) Sieur Vicaire general doibt ordonner que chasque Recteur prendra des mains du Secretaire de Monseigneur L’Archevesque l’ordannance faicte par le d(ict) Sieur Vicaire general, chanoine theologal de l’Eglise Metropolitaine Sainct-Estienne de Tholoze et Vcaire general en l’archevesche du dict Tholoze, sur le respect et reverance deue aux Eglizes pour icelle faire publier et faire executer ainsin quil est prescript en icelle. Et que les Recteurs et Vicaires prendront garde et marqueront ceux qui reffuzent de confesser et communier a Pasques, pour iceux apres denoncer au d(ict) Vicaire general: et au surplus que lesditz Recteurs publieront le monitoire contre les sorciers, fairont toutes diligences possibles pour descouvrir telles personnes et leurs malefices prendront les deppositions de ceux qui vouldront reveler sur le d(ict) monitoire pour icelles remettre apres entre ses mains, affin qu’il puisse estre procedé contre les coulpables ainsin que de raison.
Rey, procuratore fiscale, ha avanzato le sue richieste ed ha detto che la scrupolosa sorveglianza è ritenuta una delle parti migliori dell’incarico che hanno coloro cui è affidata la cura delle anime: e che questa cura deve essere principalmente impiegata e raddoppiata allorché le occasioni si fanno piú urgenti o pressanti, come accade in questo secolo deplorevole in cui si vede e si intende che c’è un’estrema corruzione della dottrina e dei costumi: quella corruzione della dottrina in ateismo, il quale è insegnato e professato da un Italiano, chiamato Lucilio, che è stato condannato a morte ed arso per la sua falsa dottrina e per le sue empietà esecrabili ed è morto nella ostinazione del suo peccato. E si manifesta anche in parecchi altri effetti: tra l’altro nella irriverenza e nella insolenza esibite nelle chiese alla presenza del Santo Sacramento nel tabernacolo, cui si è posto rimedio con una ordinanza fatta dal Signor Vicario generale il mese passato, relativa al rispetto dovuto alle chiese; non resta che metterla in esecuzione. Inoltre l’ateismo si manifesta nelle persone che, pur dichiarandosi cattoliche, non praticano la confessione e la comunione di Pasqua. A ciò si è provveduto con un concilio provinciale, il quale ha ingiunto ai curati e ai vicari di stare in guardia e di denunciare le mancanze commesse fuori della confessione, nonché le loro cause e i loro motivi. Quanto alla corruzione dei costumi, essa si manifesta attraverso i malefici dei maghi e delle maghe, indovini e indovine, applicati ai matrimoni e per altri effetti alle persone e ai santi. E sebbene nell’ultimo sinodo sia stato intimato ai curati di prendersene cura e di fare le denunce, nessuno se ne è sentito in dovere. Sicché per porvi rimedio si è compilato un capo di monitorio per farlo pubblicare con il permesso del detto sig. Vicario generale in certi luoghi di questa diocesi e averne prove inconfutabili, se i curati vogliono impiegare le loro cure, la loro assistenza e la loro diligenza nell’eseguire le disposizioni. Il procuratore ha concluso che il detto sig. Vicario generale, deve ordinare che ciascun Rettore prenderà dalle mani del segretario di Monsignor l’Arcivescovo l’ordinanza fatta dal detto Vicario generale sul rispetto e reverenza dovuti alle chiese per farla pubblicare e farla eseguire cosí come è previsto in essa. I rettori e i vicari se ne occuperanno e segnaleranno coloro che si rifiutano di confessarsi e di partecipare alla Pasqua, per denunziarli al detto Vicario generale. E in piú i detti Rettori pubblicheranno il monitorio contro i maghi, facendo ogni possibile attenzione a scoprire tali persone e i loro malefici; prenderanno le deposizioni di coloro che vorranno fare rivelazioni a proposito del detto monitorio per metterle nelle sue mani affinché si possa procedere contro i colpevole cosí come vuole la ragione.
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