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XXVIII. Non gravetur (Roma, 8 gennaio 1611).
AGOC. ii C. O. i (14) Ultimum Regestum Henrici Silvij generalis, ff. 22v-23 r.
Minuta non autografa, redatta da mano diversa da quella che redige il Regestum.
Die 8 Januarij 1611. P. Bartholomaeus Argottus obtinuit facultatem veniendi Romam, modo infrascripto.
Cum P. Bartholomaeus Argottus Carmelita per suos Procuratores nobis significari fecerit, quod velit se nobis praesentare, et in manibus nostris constituere ad se purgandum et iustificandum de ijs quae ei in processu imponantur cupientes ipsius iustificationem damus ei facultatem, et salvum conductum. Ideo non gravetur nec aliquo modo molestetur in persona dictus P. Bartholomaeus Argottus, eo tempore quo fuerit in via urbem versus ad nos usque per quem seu quosvis in Romana Curia executores, vigore cuiusvis mandati de capiendo pro indicijs, sive in executione sententiae contumacialiter in eum latae per nos infrascriptos, sive per quoscumque Romanae curiae Judices relaxati seu relaxandi: quondam ad effectum comparendi et se constituendi sponte, ad effectum se purgandi ac alijs etiam iustis de causis ita mandamus observari, non obstante sententia, et alijs quibuscunque. Postquam vero pervenerit ad urbem, directe nobis se praesentet, et nos antequam procedamus in causa dabimus illi unum vel alterum diem prout opus fuerit, ut sua componat negotia extra carcerem. Item concedimus fratribus Basilio de Leonibus, et Laurentio a Tiburi ordinis nostri. Horum fide datum Romae in Conventu nostro Divae Mariae Transpontinae die 8 Januarij 1611.
Il giorno 8 gennaio 1611 P. Bartolomeo Argotti ottenne il permesso di venire a Roma nel modo sotto indicato.
Poiché Padre Bartolomeo Argotti carmelitano ci ha fatto sapere attraverso i suoi procuratori che vuole presentarsi a noi e costituirsi nelle nostre mani per giustificarsi e rispondere a ciò che gli sarà chiesto in giudizio, desiderando la sua giustificazione gliene concediamo la facoltà ed un salvacondotto. Cosí per effetto del non gravetur, detto Padre Bartolomeo Argotti per tutto il tempo che sarà in viaggio verso di noi non sarà molestato in alcun modo nella sua persona da parte di nessun esecutore della Curia Romana in forza di qualsivoglia mandato di arresto su indizi o in esecuzione di sentenza in contumacia, emessa contro di lui da noi sottoscritta o da qualsivoglia altro giudice della Curia Romana, incaricato o da incaricare: affinché compaiono e si costituiscano spontaneamente e si giustifichino o per qualsivoglia altra giusta causa diamo ordine che detto permesso sia osservato, e che a ciò non ostino sentenze o qualsivoglia altra cosa. Dopo che sarà giunto nella città, si presenterà direttamente a noi e noi gli concederemo – prima di procedere – uno o due giorni secondo che sarà necessario per organizzare la sua difesa fuori dal carcere. Cosí concediamo ai frati Basilio Leoni e Lorenzo da Tivoli dell’ordine nostro. In fede di ciò, dato a Roma nel Convento nostro di S. Maria Traspontina. Giorno 8 gennaio 1611.
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