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XLII. Sonetto di Giovanni Maria Ginocchio
Dal bel primo principio, onde discese:
Da primi semi, onde la pianta s’erse:
Dal chiaro fonte ch’in piú rivi emerse:
Da la favilla, che gran fiamma accese.
In mille illustri, e gloriose imprese,
Che la sorte, e’l consiglio, e ‘l tempo offerse,
Di virtuti, e di merti uniro, e ferse
Cento Centurion pregiato arnese.
Come il famoso Nilo, a benche sorto
Da grandi catadupe, ognor maggiore
Si fa finche da Theti ei resta absorto;
Cosí, non pure il suo proprio valore
Ma mille pregi de suoi padri han scorto
Giorgio per primo al colmo de l’honore.
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