Tommaso Campanella, Politici e cortigiani, p. 173
Agostino, e Crisostomo, dica il volgo che chi vole, è gran bestialità pensar
che manca, per dir che ci fece per amore, e non per odio né per sforzo, a sua
similitudine, eccetto dal diavolo, dunque ha fatto per sé e a sé, e non per
l’inferno, né padre buono fa i figli per la forca, e molto meno Dio, che ama noi
più che padre: quanto più l’agente principale che l’istrumentale a mal effetto
ben fatto a similitudine di sé medemo? Ma di ciò in Teologia.
Era inclinato Giuda a rubbare, e consentiva all’inclinazione e a tutto l’altro
male che va commesso con l’avarizia, cioè tradire, vendere caro, comprar per
niente, incrudelire per denari, e far qualsivoglia male, e Dio si serve di lui non
al tradire, ma a tradir Cristo; non al rubbare, ma rubbare li denari sacri; non
ad incrudelire in questo modo, tal che lo ponga nel sito fatale, dove in certo
modo, non a tutti modi essercitare il suo perverso animo, e il medemo diremo
di tutti gl’altri, e però è necessario che in ogni stato d’omini, e fra ricchi e tra
poveri, e tra i prencipi e tra prelati, vi sia gente mala, perché in tutti i stati
serve qualche modo di malatia, come s’è detto.
Tutte le persecuzioni e morti de filosofi, profeti e apostoli essere state
cagionate da statisti
Cap. XII
Primo. Tutti i filosofi e profeti e apostoli e martiri furono perseguitati, e da
questa gente macchiavellistica occisi, essaltata o adrizzata a questo effetto dal
Senno divino, e sempre con questo famoso titolo: «Benedixit Deo et regi»,
come si legge nella sacra Scrittura e nell’Apologia di Platone e di Senofonte per
Socrate, non trovandosi male nella vita loro se non virtù e bontà sospetta
allo stato malo de prencipi e cortegiani o d’altri pretendenti e statisti sendo il
contenuto verissimo, che questa gente virtuosa è più utile che viva al mondo,
tanto per il culto divino quanto per il buon governo umano, il quale deve
mirar prima al bene del tutto che delle parti, e indrizzar il tutto con le sue
parti al bene universale, Dio primo principio de gl’enti, i quali si beatificano e
han pace tornando a lui sua origine, e s’infelicitano allontanandosi: come l’acque,
tornando al mare lor principio, si conservano in pace, e li fochi tornando
alla sua sfera solare, e le glebe alla terra, e allontanandosi da questi lor
principii in regione dissimilitudinis si struggono e s’infelicitano con continue guerre,