Tommaso Campanella, Monarchia del Messia, p. 76

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molti altri, asserendo che l’imperatore sia signore del mondo creato
dal papa, e li prencipi et regi pendono da lui, ma alcuni per prescrittione
essere essenti, o per privilegio. Bartolo nella Hostes ff. de cap. et
post limin. rever. et supra estravagante ad reprim., dice che sia de
iure divino, quia exijt edictum a Cesare Augusto, ut describeretur universus
orbis
, disse san Luca; et Baldo, sup. l. Cunctos populos de
summa trinitate
, vuole che sia de iure naturae l’imperatore capo del
mondo. Et Antonino disse Ego mundi dominus ad legem Rodiam.
Et molti soggiungono che l’imperio et il sacerdotio son divisi da
Christo in quelle parole Quae sunt Cesaris etc, et il canone Duo sunt,
et Cum ventum est ad verum. Dove mostra che il demonio haveva
unito l’uno con l’altro gladio e potestà tra gentili, et solo
Melchisedech li hebbe uniti da Dio per figura di Christo, et dicono,
che l’imperatore avanti il papato era signore del mondo per san Luca
et per la successione del regno d’Assirij, che santo Agostino dice
esser transferito et ampliato a romani per la virtù loro, e quello era
universale, dicendo Daniele: Tu rex regum Deus celi regnum, et imperium,
et fortitudinem dedit tibi
etc.
Lo stesso si dice dei molti successori,
come de Ciro, d’Assuero etc.. Dunque il romano pure era
universale, e da Dio, e non dal papa. Queste authorità sendo deboli,
concordano li canonisti che il papa habbia confirmato il dominio
universale in Costantino, overo in Carlo Magno. San Thomasso nel
opuscolo De Regimine Principum fa il papa signore universale in
spirituale et temporale, et benché non paia suo quel libro per una
historia inserta accaduta dopo lui, pur nel Vangelo di san Mattheo
furno inserte quelle parole Hoc est Deus meus Deus meus etc.
Questo è poco argomento, ma il libro è dotto d’authore eguale a san
Thomasso, se non è lui. Tutti li boni theologi vogliono che il papa

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