Tommaso Campanella, Monarchia di Francia, p. 582

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Dio ha provisto alla Francia, la qual ora non teme più gli eretici, né le
ribellioni ordinarie, disfatti per virtù del Re e del Cardinale già li refugii
e nidi di ribelli e di Ugonotti, onde li principi italiani tutti ponno
assicurarsi, che Francia non può mancar loro -, è necessario, come è
proprio di lione, cominciar la guerra al modo di Francia, cioè con perpetua
celerità e alla scoverta, non a modo di Spagna, procrastinando e
con secretezza, come è proprio di volpi astute, perché chi gioca al
gioco d’altri sempre perde, come chi gioca col zingaro alla correggiola.

Item, chi combatte con chi ha la fortuna crescente, benché più
debole di lui, sempre perde.
Or s’è provato che la fortuna di Spagna è
mancante in cielo e in terra, e che sta con forze non sue. Resta a dire
il principio, donde e come.
E perché tre capi ha la Monarchia di Spagna, cioè dell’essenza,
Germania, dell’esistenza, Spagna, e del valor, Italia, e li duoi capi
primi non ponno essere spenti, se non con subito assalto e grosso, sí
perché son capi amanti della lor Monarchia e resisteno, ma Italia
l’odia, et è pronta a farla spegnere; sì anche perché dando lor tempo
han l’aiuti da Italia, capo del valore, armi, cavalli, artigliarie, soldati,
capitani, ingegnieri e vittovaglie. Dunque bisogna cominciar la guerra
da Napoli, ch’è capo del valore, e non può aver aiuto d’Alemagna e
pochissimo da Spagna, ma contrasto e da Roma per terra, e da Venezia
per mare, e da Francia d’ogni banda.

Item, perché Genua unisce Milano con Napoli e con Spagna,
bisogna protestarli i mali c’ha da Spagna, il peggio che ne può aspettare,
e il bene ch’averà da Francia, ponendosi l’Italia in libertà. E
perché essi Genoesi han in mano le rendite della corona e più di
1.500 castelli in Napoli, ordinare

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