Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna, p. 52

Precedente Successiva

scomuniche contro quelli che non vogliono aiutare, e servirsi de buoni
predicatori che mettessero inanti questo negozio. Perché invero il
Papa tanto contradice al Re di Spagna quanto che dubita che non lo
faccia suo cappellano, unendo gli altri regi di Francia e d’Italia, e però
desidera che stiano divisi, acciò che, mancando o per apostasia o per
inimicizia, l’uno sia aiutato dall’altro. E però sollevò l’imperio occidentale
contro l’orientale che apostatava e s’inimicava spesso col Papa.
Ma facendo re di Spagna questa dichiarazione e cedendo al negozio
dell’exequatur in qualche parte, mandando vescovi e cardinali alli
governi di Fiandra e del Mondo nuovo, levarà la suspicione al papa, e
le cose riusciranno a suo modo, poiché si vede che il Papa, con l’indulgenza
della cruciata, gli dona più guadagno ch’egli non spende in
regalare cardinali, vescovi e altri religiosi, e dove si pensa perdere,
guadagnerebbe.
Questo poi sarebbe facile facendo predicare la fine del mondo
vicina, e che sarà unum ovile sotto il Papa, e che egli è posto come
Ciro a congregarlo, e che gens et regnum quod non servierit illi, peribit,
e altre cose che meglio a bocca che per scrittura dir voglio. Si
devono proponere cose ammirabili, che facciano il Re di Spagna
ammirabile in religione, prudenza, valore e profezia, perché dove
queste cose inchinano, l’imperio inchinerà necessariamente. E perché
queste grandezze sotto gli auspicii dell’imperio d’Italia, che è oggi
germano, hanno da succedere, chiaro è che si deve sforzare che
l’imperio gli venga in mano.
Il che deve fare trattando col Papa,
che bandisca maledizioni contro i tre elettori protestanti eretici, e

Precedente Successiva

Schede storico-bibliografiche