Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna, p. 60

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esso Papa, perché tutti Cristiani le laudino, e non sospettino dell’astuzia
spagnola, e il Re più si oblighi al Papa.
Deve anco dichiarare che la sua ragione di stato non consista solo
nell’armi, come disse il romano Scipione al duca di Spagna, ricercante
per che ragione voleva occupar la Spagna, ed egli mostrogli il
suo esercito armato per questo: ma negli auspicii fatali del Cristianesimo,
come disse Jepte a chi gli fece tal domanda: Nonne quae possidet
Deus tuus Chamos tua sunt? Ita nobis iure debentur quae Deus noster victor
obtinuit
.
Quel che acquista dunque Spagna sotto gli auspicii vittoriosi di
Cristoè suo. E questo dico per l’acquisto del Mondo nuovo,
calunniato da alcuni, perché in vero, avendo violato quelli Indiani la
legge della natura con l’antropofagia e sodomia e idolatria,
opponendosi a loro il Re di Spagna con li auspicii della religione cristiana
(la quale è difesa della legge naturale), seguita che giustamente li
posseda, come Moisè la terra santa occupando, cum fuisset completa
Amorraeorum malitia
.
E il Turco, occupando Costantinopoli sotto gli
auspicii di Macometto per li peccati nostri, de iure possiede come
Camos. Ma però restano tutte le ragioni a noi di riavere quell’imperio
che fu nostro, fatta penitenza della colpa per la quale perdemmo, che
fu la discordia di Cristiani, e allora l’angelo di quel regno, che non per
Macon falso per cui è invocato, ma per altro giudizio di Dio a loro
arride a diffensarli, cederà a noi.
Questi sono gran punti per difensar
l’imprese o per giustificarle, per dire meglio, e non l’intesero li

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