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CLXXXIX. Sentenza di morte (Tolosa, sabato 9 febbraio 1619).
ADHG., B. 382, f. 153 bis e ter.
Sabmedy, ixe jour de febvrier mvicxix, en la grand’chambre, icelle avec la chambre criminelle assemblee, presentz: Messieurs Le Mazuyer Premier president, de Bertier et Segla, aussi presidens; Assezat, Caulet, Catel, Melet, Barthelemy, de Pins, Maussac, Olivier, de Hautpoul, Bertrand, Prohenques, de Nos, Chastanet, Vezian, Rabaudy, Cadilhac.
Veu par la Court, les deux chambres assemblees le proces faict dautorite dicelle à la Requeste du procureur general du Roy, à Pompon Ucilio, neapolitain de Nation, prisonnier a la conciergerie, charges et informations contre luy faictes, audiences, confrontemens, objetz par luy propouses contre les Tesmoings a luy confrontez; autres productions sur ce faictes, dire et conclusions du procureur general du Roy contre ledit Ucilio, ouy en la grand’ chambre.
Il sera dict que led(ict) proces est en estat pour estre juge diffinitivemens sans informer de la verite desd(icts) objectz, et ce faisant, la court a desclairé et desclaire led(ict) Ucilio ataint et convaincu des crismes dateisme, blasphemes, impietés et autres excez resultans du proces. Pour pugnition et reparation desquels a condamne et condamne iceluy Ucilio a estre deslivre ez mains de lexecuteur de la haulte justice, lequel le Traynera sur une claye, en chemise, ayant la hard au col et portant sur ses esplaules ung cartel contenant cez motz: ateiste et blasphemateur du Nom de dieu; et le conduyra audevant de la porte principale de lesglise metropolitaine sainct estienne, et estant illec, a genoulz, Teste et piedz nudz, tenant en ses mains une Torche de cire ardant, demandera pardon a dieu, au Roy et a Justice desd(icts) blasphemes et apres ladmenera en la place du Salin, et attachera à ung poteau que y sera planté, luy coupera la langue et lestranglera, et apres sera son corps brusle au bucher que y sera apresté, et les cendres jettees au vent; et a confisqué e confisque ses biens dystraict d’iceulz les fraiz de justice au proffict de ceulx qui les ont expenses, la tauxe reservee. Le masuyer. G. de Catel.
Sabato, 9 febbraio 1619, nella Grand’Chambre, unita alla Chambre criminelle, presenti i signori: le [Gilles Le] Mazuyer, primo presidente, de [Jean de] Bertier et [Guillaume de] Segla, anche presidenti; [Bertrand d’] Assezat, [George] Caulet, [Guillaume] Catel, [Guillaume de] Melet, [Pierre de] Barthélemy [de Gramond], [Antoine] de Pins, [Jacques] Maussac, [Jean d’] Olivier, [Jean-François] de Hautpoul, [François de] Bertrand, [Michel de] Prohenques, [Jean] de Nos, [Hérard de] Chastanet, [Charles de] Vézian, [Nicolas de] Rabaudy, [Anne de] Cadilhac.
Visto dalla Cour, le due camere riunite insieme, il processo fatto d’autorità da quelle su richiesta del procuratore generale del Re [François Saint-Félix d’Aussargues], a Pomponio Ucilio, di nazione napoletano, prigioniero nella conciergerie; sentite le accuse a suo carico e le informazioni addotte contro di lui, le audizioni, i confronti, le obiezioni da lui proposte contro i testimoni ammessi a suo confronto, ed altre documentazioni sul caso, arringhe e conclusioni del procuratore generale del Re contro il suddetto Ucilio, ascoltato nella Grand’ Chambre.
S’è deciso che il suddetto processo è in condizione di essere giudicato definitivamente senza ulteriori informazioni circa la verità delle obiezioni e, ciò facendo, la Corte ha dichiarato e dichiara il detto Ucilio colpevole e convinto dei crimini di ateismo, bestemmia, empietà ed altri eccessi risultanti dal processo. Per punizione e riparazione dei quali ha condannato e condanna il suddetto Ucilio a essere consegnato nelle mani dell’esecutore dell’alta giustizia, il quale lo condurrà su di un carro, in camicia, avendo una corda al collo e un cartello sulle spalle, recante queste parole: ‘ateista e bestemmiatore del nome di Dio’; e lo condurrà davanti alla porta della Chiesa metropolitana di Santo Stefano, ove, stando in ginocchio, con la testa e i piedi nudi, tenendo in mano una torcia ardente, domanderà perdono a Dio, al Re e alla Giustizia per le suddette bestemmie e successivamente lo porterà nella Place du Salin, e lo legherà a un palo che vi sarà piantato, gli taglierà la lingua e lo strangolerà, e dopo il suo corpo sarà bruciato sul rogo che ivi sarà apprestato e le ceneri gettate al vento; la Corte ha altresí confiscato e confisca tutti i suoi beni, che, tolti i costi della giustizia e riservate le tasse, andranno a profitto di chi ha subito spese. Gilles Le Masuyer. Guillaume de Catel.
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