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CCVIII. De Barthès a Jean de Rudèle (Parigi 21 giugno 1620).
ADHG, 1 G 410 bis, pièce 3.
Attergato: A Monsieur Monsieur de Rudele vicaire general en l’Archevesché de Tholose. A Tholose. Lettera autografa del De Barthes, firmata in calce.
Monsieur,
La faculté de Theologie de ceste ville n’a point faict d’assamblée le XV de ce mois comme je vous ay escrit par ma precedente. Il faut donq attendre jusques au premier du mois prochain. Cependant le sindic de la d(icte) faculté nommé Mr. Besse m’a donné l’extrait du Registre des deliberations tenues long temps y a sur le subiect du livre de Lucilio contenans la declaration des approbateurs pretendus. Jay pensé vous le devoir envoier attandant la resolution finale: Et vous avertir d’adundant que nous n’avons rien apprins par deça des choses qu’on d(ict) par dela à lavantage de la memoire de la deffuncte S.r Izabeau ainsi ny a il pas grand’apparance de s(ainc)tete ne en la mere ne en la fille, cest pourquoy vostre prudance n’en doit pas permettre de discours publics parce qu’il ny eust jamais rien de solide en tels esprits et vous diray que la fille apres la mort de la mere voulant produire une certaine femme pleine de revelations divines et neut pas honte de la faire voir au conseil de Mons.r le Cardinal de Retz qui recogneut par les responses de ceste femme quelle estoit abordee touts les soirs dun Incube et neantmoins se mesloit de guarir plusieurs malades tellement qu’on linterd(ict) de meiner plus telle vie et sambloit estre a desirer qu’on en fist la fourreure d’une prison dequoy je vous ay vouleu avertir comme estant sans fin. Monsieur. A Paris ce XXI de Juin 1620. Votre serviteur tres humble De Barthes.
Signore,
La facoltà di questa città non ha punto tenuto l’assemblea del 15 di questo mese, come vi ho scritto nella mia lettera precedente. Bisogna dunque attendere fino al primo del mese prossimo. Intanto il Sindaco di detta Facoltà, Signor Besse, mi ha dato l’estratto del Registro delle deliberazioni assunte già da lungo tempo in merito al libro di Lucilio, il quale contiene la dichiarazione dei presunti approvatori. Ho pensato intanto di avvertirvi che di là non abbiamo saputo niente di ciò che si è detto in merito alla memoria della defunta Sig.ra Isabella [i. e. Izabeau de Chastel] poiché non c’è parvenza di santità né nella madre, né nella figlia; ragion per cui la vostra prudenza non deve permettere che se ne facciano discorsi pubblici, poiché non c’è mai stato niente di solido in tali spiriti e voi direte che la figlia, dopo la morte della madre, volendo darsi l’aria di una donna piena di rivelazioni divine, non si è vergognata di ricorrere al consiglio di Mons.r il Cardinale di Retz, il quale, dalle sue risposte, ha riconosciuto che questa donna era posseduta ogni sera da un demone incubo e inoltre pretendeva di guarire molte malattie tanto che le è stato vietato di continuare a condurre una tale vita e sembrava che desiderasse di essere chiusa in una prigione. Ho voluto darvi notizia di ciò trattandosi di cosa che non ha fine. Parigi 21 di giugno 1620. Vostro umilissimo servitore De Barthes.
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