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CCXXI. Jean de Rudèle condanna le opere di Vanini (Tolosa, 16 luglio 1620).
ADHG, 1 G 410 bis, pièce 8, ff. 1-2 et pièce 9. Ordonnance de M. Rudelle, Vic(aire) general qui deffand de vendre ny imprimer les 2 livres de Iules Cesar Vaninus le 16 Iullet 1620.
Entrambi i documenti, recanti in calce la firma autografa del Rudèle, sono redatti dal Baron e sono l’uno copia dell’altro. La nota di notifica al Bosc, redatta in lingua francese dal De La Jouse, manca nella pièce 9.
Joannes de Rudele, Praesbiter, iurium Doctor Canonicus Theologus Ecclesiae Tolosanae, vicariusque generalis in spiritualibus et temporalibus Reverendissimi D(omi)ni Ludovici de la Valete, Archiepiscopi Tholosani omnibus et singulis pr(aesen)tes litteras inspecturis Notum facimus quod nos, hodierno die, habito Concilio cum Reverendo Patre Claudio Billy, fidei inquisitore nec non Aliis Reverendis in Sacra Theologia Lectoribus et in alma Tholosanae urbis Universitate doctoribus, examinatis Duobus libris Julij Caesaris Vaninj quorum unus hunc titulum praefert: Julij Caesaris Vaninj de Admirandis Naturae reginae deaeque Mortalium arcanis libri tres, Alius istum titulum praefert: Amphitheatrum aeternae providentiae divino-magicum, cristiano-physicum, nec non Astrologo-Catholicum; illos tanquam veri Dei cultui et agnitioni contrarios atheismi tanto periculosiores assertores quanto occultiores et libertatis abominandae vindices damnavimus et prohibuimus et omnes Alios ejusdem Vanini libros qui forte typis escussi aut excudi possent in futurum eodem tenore etiam damnavimus et prohibuimus, ut et omnes damnamus et prohibemus, ut in n(ost)ro super hoc processu confecto plenius continetur. Et ne sub praetextu subreptitiae approbationis in dicto libro De arcanis insertae liberam bibliopolae sibi vindicare possint praedictorum librorum vendendi [aut imprimendi] facultatem, hanc p(raesen)tem n(ost)ram ordinationem illis intimari per primum fori archiepiscopalis apparitionem iussimus et per p(raesen)tes iubemus ne ullam ignorantiae causam praetendant; omnes [Tholosanae diocesis] librarios qui praedictos libros Vaninj nec non alios ejusdem authoris vendere [aut imprimere] praesument poenis [et decretis] in libros prohibitos vendentes [aut imprimentes] et divulgantes promulgatis subjacere, quantum ad nostrum pertinet forum declarantes per p(raesen)tes. In quorum fidem, easdem signo n(ost)ro ac secretarii infra scripti, nec non sigillo Reverendissimi Domini Archiepiscopi Munitas expediri iussimus. Datum Tholosae, die decima sexta Julij, anno d(omi)ni millesimo seicentesimo vigesimo. Rudele, vicarius generalis. De dicti Do(mi)ni vicarij generalis mandato Baron scripsit Secr(etarius).
Le quatorziesme jour d’aoust Mil Six cens vingt par Moy, Censeur de l’archevesché de T(olos)e la presente ordonnance de Monsieur de Rudele, Vicaire general a este signifié faire les inhibitions portees par icelle sur les peynes y contenues a Pierre Bosc, sindic des maistres libraires de la presente ville tenir dans sa boutique lesquel a remis a ce bout. De La Jouse.
Jean de Rudèle, prete, Dottore in diritto, Canonico teologale della chiesa di Tolosa, Vicario Generale per le cose spirituali e temporali del Reverendissimo Signor Louis de la Valete, arcivescovo tolosano a tutti e ad ognuno di coloro che leggeranno la presente lettera rendiamo noto che noi, oggi, tenuta una riunione con il Reverendo Padre Claude Billy, inquisitore della fede, e con altri Reverendi lettori in sacra teologia e Dottori nell’alma Università della città di Tolosa, esaminati i due libri di Giulio Cesare Vanini, dei quali uno reca il titolo: Julii Caesaris Vanini De admirandis naturae reginae deaeque mortalium arcanis libri tres, l’altro: Amphitheatrum aeternae providentiae divino-magicum, cristiano-physicum, nec non astrologo-catholicum; li condanniamo entrambi e li proibiamo per essere contrari al culto e al riconoscimento del vero Dio, tanto piú pericolosi patrocinatori dell’ateismo quanto piú occultamente vindici della abominevole libertà, e insieme condanniamo e proibiamo tutti gli altri libri dello stesso Vanini, che siano per caso stati stampati o che siano per esserlo in futuro negli stessi termini in cui si è pienamente stabilito nel processo che abbiamo condotto su questa materia. E, affinché sotto il pretesto di una approvazione strappata con frode e inserita in questo libro intitolato De arcanis i librai possano rivendicare la libera facoltà di vendere i predetti libri, ordiniamo che questa nostra presente disposizione sia loro intimata per mezzo del primo messo del foro episcopale e per mezzo della presente ordiniamo che non protestino alcun motivo di ignoranza; tutti i librai che presumono di poter vendere i predetti libri di Vanini, nonché altri libri dello stesso autore soggiacciono alle pene stabilite per chi vende e divulga i libri proibiti; ciò è quanto dichiariamo per mezzo della presente di competenza del nostro foro. In fede di ciò abbiamo apposto ad esse la firma nostra e del segretario sottoscritto, nonché, munite del sigillo del Reverendissimo Signor Arcivescovo, abbiamo ordinato che fossero esecutive.
Dato a Tolosa, addí 16 di luglio nell’anno del Signore 1620. Rudèle, Vicario generale: per mandato del detto Signor Vicario Generale ha scritto Baron.
Il giorno 14 di agosto 1620, da me, censore dell’arcivescovado di Tolosa, la presente ordinanza del Signor de Rudèle, Vicario Generale, al fine di fare le inibizioni in essa adottate, è stata notificata per contenuto e profilo penale a Pierre Bosc, sindaco dei librai della presente città, con l’obbligo di conservarne copia nella propria bottega, il quale a questo fine l’ha trasmessa. De La Jouse.
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