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LXXVI. Giulio Cesare Vanini a Isaac Wake (Lambeth, 9 ottobre 1612)
PRO SP. 14/71, f. 21r.
Lettera autografa di Vanini, firmata, come la precedente, Giulio Ces.e Vannini, e datata Da Lambeth le 9 de 8bre 1612.
M(olt)o Ill.re S. mio oss.mo
Sono debitore di risposta a una de V(ostra) S(ignoria) m(ol)to Ill.re del mese passato, che per esser stato sin hora a Croydon, non ho possuto sodisfare al mio obligo. Le do nova di me come, lodato il sig(no)re, sto bene, et allegro, accarezzato dall’Ill.mo Mons.re Arciv(escovo) che di continuo mi tiene nella sua tavola, dandomi speranza, ch’un giorno ricapiterà bene la mia persona. Il S(igno)r Giov(anni). Maria mio f(rate)llo sono 3 mesi che si ritrova in Jorch nella Corte de quell’Arc(ivescov)o, dal quale è amato, e trattato con molta cortesia, e ultimam(en)te m’ha scritto h(ave)r favorito appresso quell’Arc(ivescov)o per un benef(ici)o M.r Josia Rubinson, per haver detto di conoscere V(ostra) S(ignoria) nell’Acad(emi)a d’Ossonia. Non ho ancora visto il S(ignor) Ciamberlan; non mancarò quantop(rim)a andare a visitarlo come V(ostra) S(ignoria) mi scrisse. La priego a darmi aviso, se quel mio forziero, over tamburro de robbe, che lasciai in camera del S(igno)r Cappellano [i. e. Thomas Horne], fu posto su la nave, che dovea venire a londra; quando no, la priego con la p(rim)a commodità di mandarmelo. Desidero che mi si porga occasione di servirla, come ho fatto appresso l’Ill.mo mylord [i. e. George Abbot] in lodare il bel modo di negoziare del S(ignor) Amb(asciato)re e di V(ostra) S(ignoria) in questa Legatione. Del resto a V(ostra) S(ignoria) bacio le mani, et al S(ignor)Cappellano pregandole da N(ostro) S(ignore) ogni felicità. Da Lambeth le 9 di 8bre 1612. Di V(ostra) S(ignoria) molto Ill.re Aff.mo Ser(vito)re Giulio Ces(ar)e Vannini.
Già il S(ignor) Ciamberlan m’ha detto che il mio Baulo è venuto e però la ringratio, né occorre altro.
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