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LXXXI. John Chamberlain to Dudley Carleton (Londra, 24 gennaio 1613).
PRO SP. 14/72, ff. 21r-v.
Lettera autografa di Chamberlain, firmata e datata From London this 14th of January 1612. Attergato, di mano del Chamberlain: To the right honorable S.r Dudley Carleton Knight Lord Ambassador for his Ma.tie in the State of Venice.
My very goode Lord
I doubt all is not well with M(aste)r waake that we heare not of him. He made account to be away but eight or ten dayes at most, and yt is now fifteen since he went; yt may be the fowle weather hindered his progresse and prolongs his return, for otherwise he is sedulous enough in any thing he undertakes, and fit to follow busines, yf he were not of too much note, or (as you know who termed him) troppo cospicuo: which may be some cause of those far fet discourses about your affaires, though they were broached before he came: many (as I understand) are since growne more ordinarie.
I imparted to Signor Biondi what you wrote touching the Venetian ambassador and how kindly you tooke his relation, he accepted the charge very willingly, or any other service you shold impose upon him, with much demonstration of all dutie and thanckfulnes for your former favors: but he told me that Sig.or Fuscarini was somwhat distasted that your secretarie had not ben with him, and that for his part he had wisht him at his first comming not to neglect him. Sir Walter Cope likewise at my last beeing with him spake to the same purpose, so that at his returne I will put him in mind of yt, yf yt be not now too late. Biondi told me that he hath gotten a graunt of his pension for 100li a yeare by his owne industrie, for going to an audience with the Venetian ambassador, he sollicited his cause himself and procured a patent from the kinges owne mouth, for that he saw the Cavaliere wotton had so much busines of his owne that he could not intendj yt.
Your Italian frier was with me this other day with a long discontented discourse for want of monie, and that he was sometimes faine to make his owne bed and sweep his chamber, things he was never put to in the place whence he came. I advised him the best I could to patience, and told him that seeing he was well provided for foode and raiment he must fashion himself to indure somwhat per amor di christo: yt seemes his companion Giovanni is no better pleased in the North, for he wrote lately to him that his patron, the Archbishop, was strettissimo di danari, and that they lived in nol cities nor townes but in villa, and therupon subscribed his name Johannes in deserto [...].
From London this 14th of January 1612. Your Lo.ps to commaund John Chamberlain
Mio ottimo Signore
Ho il sospetto che non vada tutto bene con Mr. Wake, poiché non abbiamo notizie di lui. Ci ha fatto sapere di essere fuori al massimo otto o dieci giorni, ma ora sono già passati quindici giorni da che è partito. Può darsi che il cattivo tempo impedisca la sua partenza e ritardi il suo rientro, poiché in realtà egli è abbastanza diligente in tutte le iniziative che intraprende ed è preciso nel seguire gli affari, se non fosse uomo di gran spicco, come ben sai tu che lo hai definito, troppo cospicuo; può darsi che sia questa la ragione di quei discorsi stiracchiati sui tuoi affari, benché fossero intavolati prima che venisse; molti, come ho inteso, sono diventati da allora piú ordinari.
Ho informato il Sig. Biondi di ciò che hai scritto a proposito dell’Ambasciatore veneziano e di come sei cortesemente entrato in relazione con lui. Egli ha accettato assai volentieri l’incarico o qualsiasi altro servizio che tu gli imponessi con abbondanti dimostrazioni di ossequio e di gratitudine per i tuoi favori precedenti: ma mi ha detto che il Signor Foscarini è stato alquanto risentito perché il tuo segretario non è andato a fargli visita e perché da parte sua avrebbe gradito che lo avesse fatto fin dall’arrivo e che non lo avesse trascurato. Anche Sir Walter Cope, nell’ultimo incontro che abbiamo avuto, mi ha parlato allo stesso fine, tanto che al suo ritorno gli ricorderò la cosa se non è già troppo tardi.
Biondi mi ha detto di aver ottenuto con la propria diligenza, una pensione di 100 sterline l’anno poiché, recandosi ad un’udienza con l’ambasciatore veneziano [i. e. Antonio Foscarini], questi perorò personalmente la sua causa ed ottenne dallo stesso re [i. e. Giacomo I] una lettera patente di incarico per aver detto che il Cavaliere Wotton ha per proprio conto tanti impegni da non potersi dedicare a questo.
Il tuo frate italiano [i. e. Vanini] venne a trovarmi l’altro giorno con un lungo discorso fatto di lamentele per la mancanza di denaro e perché talvolta era costretto a rifare il proprio letto e a pulire la propria camera, cosa che non era mai accaduta nel luogo da cui veniva. Io l’ho consigliato come meglio mi è stato possibile e gli ho detto che, vedendo che era ben provvisto di cibo e di vestiti, occorreva che si sforzasse di sopportare un po’ per amor di Cristo. Sembra che il suo compagno Giovanni non sia meglio soddisfatto al Nord, poiché gli ha scritto di recente che il suo protettore, l’arcivescovo [Tobias Matthew], era strettissimo di denari e che essi vivevano non in città o in un paese, ma in campagna, cosí da sottoscrivere il suo nome Johannes in deserto. Servo tuo John Chamberlain. Londra, 14 gennaio 1612.
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