Tommaso Campanella, Aforismi politici, p. 107

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50. Legislatoreè chi fonda un imperio sotto novi auspicii
di religioni e di leggi, armi e riti, come Moisè buono e
Macomet malo. Onde il legislatore dee esser o Dio, come
Cristo, o messaggier di Dio, come Moisè, o astutissimo
politico, come Minos, Macomet, Giove, Osiri e simili, che
finsero esser mandati da Dio per aver credito, perché il
legislatore deve esser lodatissimo, sapientissimo, divinissimo,
religiosissimo e sopra umano.

Legislator est conditor imperii: Deus, nuntius Dei, homo
prudens et astutus.
51. Imperoché si vede che ciascuno nell’arte sua, massime
quando gl’altri di quelle hanno bisogno, è signore, come
il nocchiere a’ naviganti signoreggia, benché siano cavalieri
e religiosi, massime in tempo di procella, e commanda
a ciascuno: Va là, fa questo, sta così, et il medico commanda
alli regi, e più quando sono infermi. Dunque colui
ch’ha a dare la legge et a commandar a molti, o deve sapere
l’arte di tutti loro, o almeno i fini d’essi e gli emolumenti
che apportar possono alla republica, acciò possa
scacciare le superflue, e ritenere l’utili e le necessarie, e
correggere con leggi quelle che possino declinare al male
- come Platone corregge gli poeti abusanti le lodi del bene
e bugiardi e lascivi, e Moisè li profeti falsi et i tavernari
che abusano le vivande false - e deve sapere i costumi del
paese e le fortune bone e male che sogliono avvenire a
quelli dalle stelle, o dal suolo, o da’ convicini ecc.

52. Gl’altri legislatori che sono umani, come Licurgo, devono
poco manco di quelli primi sapere, perché ogni cosa
hanno da mutare, eccetto la religione, la quale solo ponno

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