Tommaso Campanella, La Città del Sole, p. 54

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Dal che ne segue, che se dai figli e dalle genti noi onor cercamo,
alli quali poco damo, assai più dovemo noi a Dio, da
cui tutto ricevemo, in tutto siamo e per tutto. Sia sempre lodato.
Ospitalario. Se questi, che seguon solo la legge della natura,
sono tanto vicini al cristianesmo, che nulla cosa aggiunge
alla legge naturale si non i sacramenti, io cavo argumento da
questa relazione che la vera leggeè la cristiana, e che, tolti gli
abusi, sarà signora del mondo. E che però gli Spagnuoli
trovâro il resto del mondo, benché il primo trovatore fu il
Colombo vostro genovese, per unirlo tutto ad una legge; e
questi filosofi saran testimoni della verità, eletti da Dio.
E vedo
che noi non sappiamo quel che ci facemo, ma siamo instromenti
di Dio. Quelli vanno per avarizia di danari cercando
novi paesi, ma Dio intende più alto fine. Il sole cerca
strugger la terra, non far piante e uomini; ma Dio si serve di
loro in questo. Sia laudato.
Genovese. Oh, se sapessi che cosa dicono per astrologia e
per l’istessi profeti nostri ed ebrei e d’altre genti di questo
secolo nostro, c’ha più istoria in cento anni che non ebbe il
mondo in quattro mila; e più libri si fecero in questi cento che
in cinque mila; e dell’invenzioni stupende della calamita e
stampe e archibugi, gran segni dell’union del mondo; e come,
stando nella triplicità quarta l’asside di Mercurio a tempo

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