Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 41

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A Svizzeri e Grisoni


Se voi più innalza al cielo, o ròcche alpestre,
libertà, don divin, che sito altero,
perché occupa e mantien d'altri l'impero
ogni tiranno con le vostre destre?
Per un pezzo di pan di ampie finestre
spargete il sangue, senza far pensero
se a dritto o a torto uscite all'atto fero;
onde il vostro valor poi si calpestre.

Ogni cosa è de' liberi; alli schiavi
nobile veste e cibo, come a voi
la croce bianca e 'l prato, si contende.

Deh! gite a liberarvi con gli eroi;
gite omai, ritogliendo a' signor pravi
il vostro, che sì caro vi si vende.

Commento dell'Autore

Loda i Svizzeri e Grisoni di fortezza corporale e fede, e gli biasima che, sendo essi liberi, mantengono l'altre nazioni in servitù, con farsi mercenari de' tiranni, nonché de' buoni prìncipi, e senza pensare pigliano impresa giusta o ingiusta. Poi mostra a loro che per questo sono tenuti per plebei e servi, poiché non possono aver la croce di Malta, che si dà solo a' nobili, né luogo di vivere in campagna, stando ristretti nell'Alpe altissime, tra Italia e Francia. Poi l'invita alla vera libertà ed a ritogliere a' tiranni quel ch'è loro. Vedi l'Ariosto, che dice una simile cosa a' Svizzeri, e gli invita contra il Turco tiranno, biasimandogli che in Italia eran mercenari de' lupi.

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