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CV. Thomas Lake a Dudley Carleton (Royston, 6 febbraio 1614).
PRO SP. 14/76, f. 6r.
Lettera autografa di Thomas Lake, firmata e datata From the Court, at Royston this 27 January 1613. Attergato a due mani: 27 Jan. 1613 (1614) di mano piú recente; Sir Tho(mas) Lake to my Lord (Dudley Carleton) dello stesso Lake.
My Lo(rd) Amb(assado)r
By this inclosed copie which is of a letter of my Lo(rd) of Cantorburies to my Lo(rd) Bishop of Bath following his ma.tie at Court your Lo(rd) shall perceave what is become of your two friers you sent us. I am commanded to send to you and to require you to advertise what you have heard or observed of their caryage here or of anie traffike they have had there since their being in England. Their excusations of their submission here and abiuration are very grosse. But I never had anie greate confidence in renegados. There be few that doe it uppon religious respect but on worldly consideration. I feare much my Lo(rd) of Canterbury hath of our own country very manie proselytes wherein he much glorieth that be of none other temper for I marke that as soon as ever they come over to us they are gredy of wiffes and benefices.
We are now here in hott epoach of a Parlement which is like to be heald about Easter terme. They that were most adverse to the dessings of the Court at the late proffer had for this I doubt not but they have their own end in it. God send a good service for his Ma.ty. In the meane tyme I forgott to tell your Lo(rdships) if we weare in your enjoy wy here for the saffe delivery of my Lady Elizabeth of a sonne all things are heald in suspence. About those which your Lo(rdship) write to me concerning yourselfs I will besidy to doe my best indeavour if anie body come to me which is not yet. So I commend your Lo(rdship) to God. From the Court, at Royston this 27 January 1613. Your Lo(rdship) to command, Tho(mas) Lake.
Mio Signor Ambasciatore
Sua Signoria potrà avere le idee chiare su ciò che è accaduto dei due frati che ci ha inviato leggendo l’acclusa copia della lettera [lettera di Abbot del 4 febbraio 1614] che l’Arcivescovo di Canterbury ha scritto al Vescovo di Bath, che si trova al seguito di Sua Maestà alla Corte. Ho voluto che le fosse mandata e la prego di ragguagliarmi su ciò che ha inteso o osservato sul loro comportamento qui o sui loro traffici fin dal loro arrivo in Inghilterra. Le giustificazioni che essi adducono della loro sottomissione qui e della loro abiura sono assai grossolane. D’altronde non ho mai fatto affidamento su renegados. Sono pochi quelli che sono mossi da sentimenti religiosi e non da interessi mondani. Temo che Sua Grazia si illuda di poter fare tra gli stranieri molti proseliti di cui gloriarsi, ma essi sono di indole tale che, appena giunti da noi, si rivelano avidi di donne e di benefici.
Noi abbiamo ora una fase calda del Parlamento che si terrà nella sessione pasquale. Coloro che nell’ultima seduta furono i piú avversi a tutti i disegni della Corte, non ho dubbi che in questa sessione abbiano i loro propri scopi. Dio renda un buon servizio a Sua Maestà. Nel frattempo ho dimenticato di chiederle se dobbiamo tormentarci con Lei o piuttosto gioire, poiché siamo in ansiosa attesa di notizie circa il felice parto di un figlio [Il principe Enrico, primogenito di Elisabetta e Federico V] da parte di Lady Elisabetta. Riguardo a ciò che la Sua Signoria mi scrive sul proprio conto, voglio fare il mio miglior tentativo, se viene a trovarmi una certa persona che ancora non è venuta. Cosí raccomando la S. V. a Dio. Dalla Corte, a Royston, il 27 gennaio 1613. Suo Thomas Lake.
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