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CVI. Diego Sarmiento de Acuña a Giovanni Garzia Millini (Londra, 7 febbraio 1614).
PRO. 31/12/4 ff. 95v-97r.
Minuta, non autografa, del Sarmiento, datata a 7 de febrero 1614.
Al Ill.mo Señor Cardenal Mellino en Roma a 7 de febrero 1614
El Señor Don Alonzo de Velasco mi antezesor en esta Embazada me embio una carta que V. S. Ill.ma se sirvio escrivirle de Roma a 10 de Setiembre del año pasado sobre la pretension de Fray Gabriel Banini y Fray Buenaventura Zinoque Apostatas de la orden del Carmen que se hallan en este Reyno, en que V. S. I. le dize la gracia y favor que su S(anctida)d se ha servido de hazer a estos religiosos y para que pudieren usar della les llame y dize que uno estava en compañia deste selo que llaman Arçovispo de Cantuaria y el otro en la del Arçovispo de Iorque y fue tanto el contento y lalegria que rezibieron de verse con esta gracia de su Sanctidad y reducidos a la obediencia de la Sancta Iglesia Romana que se postraron en el suelo besando la tierra y dando grandes solloços de alegria y de contento y ya estan en parte segura y partiran luego a Flandes a presentarse ante el Nuncio de su S(anctida)d que reside alli, a sido la reduzion de estas almas gran servicio de Dios nuestro señor y con otras que tambien avia aqui perdidas vamos encaminando aque tornen a reduzirse al conocimiento de su herror, y de uno frayle capuchino doy cuenta aora a su S(anctida)d suplico a V. S. I. se sirva de favorezello y ayudallo que para mi sera mucha merzed.
Tambien he rezibido la carta que V. S. I. me hizo merzed de escrivirme de Roma a 9 de Noviembre en que se sirve de dezirme la gracia y merced que su S(anctid)d me haze en conzeder al Maestro Fray Diego de la Fuente, mi confesor, y al Lizenciado Agustín Perez y al Lizenciado Simon de Ariza lizencia de celebrar la santa Misa y administrar los santos Sacramentos y de leer libros proividos en este Reyno al tiempo que estuvieren en el conque no se saquen fuera.
Beso muy humilmente los pies de su S(anctid)d por este favor y merced, y las manos de V. S. I. por el que tambien me ha hecho en ayudarlo y favorezello.
Pero es muy nezesario que V. S. I. perficione esta obra suplicando a su Sanctidad mede lizencia a mi tambien para leer estos libros proividos sin escrupulo porque es convinientissimo para el servicio de Dios y de su S(anctida)d y del Rey mi señor en las cosas que aqui se ofrezen.
Tambien suplico a V. S. I. que al Padre Maestro Fray Diego de Lafuente mi Confesor y a los Lizenciados Agustín Perez y Simon de Ariza se les concede las gracias que tienen aqui los demas sazerdotes para dispensar el poder comer huevos y otras cosas de leche.
Y lo que sobre todo suplico a V. S. I. es que mi mande como a verdadero y ovediente servidor de V. S. I. a quien guarde Dios como deseo en Londres a 7 de febrero 1614.
Ill.mo Sig. Card. Millini. Roma 7 febbraio 1614. Il Signor Don Alonzo de Velasco, mio antecessore in questa ambasciata, mi inviò una lettera che la S(ignoria) V(ostra) Ill(ustrissi)ma si compiacque di scrivergli da Roma il 10 di settembre dell’anno passato [Lettera di Millini a Velasco del 10 settembre 1613] sulla pretesa di fra Gabriele Vanini e fra Bonaventura Ginocchio, apostati dell’Ordine del Carmine, che si trovano in questo Regno; in essa la S(ignoria) V(ostra). comunica la grazia e il favore che Sua Santità si è degnata di fare a questi due religiosi, i quali potrebbero servirsene; e dice che uno stava in compagnia di quello zelo che chiamano Arcivescovo di Canterbury e l’altro in quella dell’Arcivescovo di York; e fu tanta la contentezza e la gioia che ebbero di vedersi in grazia di Sua Santità e ricondotti all’obbedienza della Santa Chiesa Romana che si prostrarono al suolo, baciando la terra e dando grandi singhiozzi di gioia e di contentezza e già stanno in luogo sicuro e presto partiranno per le Fiandre per presentarsi innanzi al Nunzio [Guido Bentivoglio] di Sua Santità che risiede colà. La riconversione di queste anime ha reso un gran servizio a Dio nostro Signore, e con altri, che pure si erano qui perduti, stiamo cercando di far sí che prendano coscienza del loro errore. Riguardo ad un frate cappuccino [Niccolò da Ferrara], di cui dò ora conto a Sua Santità, supplico la S. V. I. di volersi compiacere di favorirlo e di aiutarlo: ciò che sarà per me un grande favore.
Ho anche ricevuto la lettera che V. S. I. ha voluto cortesemente scrivermi da Roma il 9 di novembre [lettera non pervenutaci], nella quale Ella si degna di comunicarmi la grazia e il favore che Sua Santità mi fa di concedere al Maestro fra Diego de la Fuente, mio confessore, e ai Licenziati, Agustín Perez [i. e. il segretario di Sarmiento] e Simon de Ariza [i. e. il cappellano di Sarmiento], il permesso di celebrare la Santa Messa, di amministrare i santi Sacramenti e di leggere i libri proibiti in questo Regno fino a che staranno in esso e a condizione che non se ne avvalgano fuori.
Bacio molto umilmente i piedi di Sua Santità per questo favore e per questa grazia e bacio le mani di V. S. I. per avermi consentito di aiutarlo e di favorirlo.
Però è oltremodo necessario che V. S. I. conduca a termine questa opera, pregando per me Sua Santità di concedere anche a me il permesso di leggere questi libri proibiti senza scrupolo, poiché ciò è convenientissimo per il servizio che rendo a Dio, a Sua Santità e al Re, mio Signore, nelle cose che qui accadano.
Prego altresí V. S. I. che sia concesso al Maestro fra Diego De La Fuente, mio confessore, e ai Licenziati Agustín Perez e Simon de Ariza il permesso, di cui godono qui la gran parte dei sacerdoti, di poter mangiare – per dispensa – uova e altre cose di latte.
Ciò che sopra tutto supplico a V. S. è di tenermi per vero e obbediente servitore. Che Dio la guardi come desidero. Londra 7 febbraio 1614.
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