Documenti
CVIII. John Chamberlain a Dudley Carleton (Londra, 13 febbraio 1614).
PRO SP. 14/76, ff. 47r-48r.
Lettera autografa di Chamberlain, firmata e datata From London this 3d of February 1613. Attergato di mano del Chamberlain: To the right honorable S.r Dudley Carleton Knight Lord Ambassador for his M.tie at Venice.
My very good Lord
Before the receyt of your letter of the 7th of January I had heard some uncertain speaches of your revocation from the place you hold [...].
I heard lately that the two friers you sent over are returned to theire vomit and prove notable knaves, professing now that they were never other then Romish catholikes wherin they will live and die, and that theyre comming hither and theyre dissembling was only per guadagnare et fornicare: they have solicited theyre return, and to be receved again into theyre mother church by the venetian Ambassador here and other meanes at Rome; how theyre iugling came out I know not, but my L(ord) of Canterburie hath committed them to safe custodie, and makes yt appere that want would not drive them to any extremitie for besides victum and vestitum they have had fifty pound in monie of him, thirty of the bishop of London, besides the archbishop of yorkes, the bishop of Elyes and other bishops bounties of whom they were ever begging as well as of meaner folkes as S.r Henry Fanshaw and myself, and they had of Burlamachi ten pounds, of the Prince Palatin and the Lady Elizabeth ten pounds apiece: with I know not how many more that we shall heare of hereafter, for I had this but at first hand of an Italian that sayes he spake with them since theyre restraint as I understand more of them you shall have yt. S.r Rafe winwod remembers his kind commendations from himself and his Lady to you and yours, and sayes he will not write till be know de quel bois faire fleches, for he knowes not yet whether yt will prove a bolt or a shaft. So with all due remembrance to my Lady I commend you to the protection of the Almighty. From London this 3d of February 1613.
Your Lordships to cammaund John Chamberlain.
Mio Ottimo Signore
Prima di ricevere la tua lettera del 7 gennaio mi sono giunte voci insicure circa un tuo ritiro dalla sede che ora tieni.
Ho ultimamente inteso che i due frati che hai mandato qui sono tornati al loro vomito e si sono rivelati autentici furfanti, affermando ora di non essere mai stati altro che cattolici romani, di voler vivere e morire in tale fede e che la loro venuta qui e il loro mascheramento aveva il solo fine di guadagnare e di fornicare; essi hanno sollecitato il loro ritorno, chiedendo di essere nuovamente accolti nella loro chiesa madre per mezzo dell’Ambasciatore veneziano a Londra e di altri a Roma. Non so come possano uscire da qui, ma Sua Grazia di Canterbury li ha posti sotto sicura custodia; e mentre facevano credere di non volere da lui se non ciò che è estremamente necessario per victum et vestitum, gli hanno spillato cinquanta sterline, trenta altre ne hanno ottenute dal vescovo di Londra; inoltre hanno approfittato a piú riprese della generosità dell’arcivescovo di York, di quello di Ely e di altri vescovi, come di altre persone comuni, come Sir Henry Fanshawe e me stesso; hanno avuto dieci sterline dal Burlamacchi [i. e. Filippo Burlamacchi], una moneta da dieci sterline dal principe Palatino e da Lady Elisabetta e non so a quanti altri abbiano spillato danaro. E queste sono informazioni fornitemi di prima mano da un italiano [i. e. Ascanio Baliani] che afferma di aver parlato con loro fin dal loro arresto. Ti terrò informato di ciò che mi capiterà di sapere sul loro conto.
A te e ai tuoi Sir Ralph Winwood rammenta le richieste sue e di sua moglie e dice di non voler scrivere senza sapere de quel bois faire flèches, perché ancora non sa se userà una freccia o un giavellotto. Cosí con i dovuti ossequi alla mia Signora ti affido alla protezione dell’Onnipotente. Servo tuo John Chamberlain. Londra 3 febbraio 1613.
Precedente Successivo