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CXIII. Giovan Francesco Biondi a Dudley Carleton (Londra, 28 febbraio 1614).
PRO SP 14/80, ff. 52r-v.
Lettera autografa di Biondi, datata e siglata G. F. B. Essa reca in calce la datazione: Di Londra lí 18 feb.ro st v. 1614, ragion per cui l’editore del Calendar la interpretò secondo l’uso inglese e la registrò erroneamente sotto l’anno 1615. Tuttavia non è possibile farla risalire a tale data poiché le vicende a cui fa riferimento si svolgono nel febbraio del 1614. D’altro canto, il fatto che il Biondi sia un dalmata non significa che usi la datazione secondo il calendario gregoriano e che faccia riferimento allo stile ab incarnatione. Pertanto, volendo dare un senso all’annotazione stilo vetere associata al 1614, si deve dedurre che la data è indicata secondo lo stile a circumcisione, ma con riferimento al calendario giuliano. Il che significa che il documento va datato: 28 febbraio 1614.
Ill.mo ed Ecc.mo mio S.re p.ne Col.mo
Il S. Tomaso Edmond è finalmente qui per il Parentado di Francia. S. M.tà vi ha inclinatione. Il 40n «Duca di Lennox» lo favorisce, cosí tutti gli 71m «Scozzesi». S’ha per fatto. L’Ingh(ilterr)a non lo sentí volentieri. Ieri gli Commissari a ciò deputati ne trattarono lungamente. L’Amb(asciato)re di Francia si duole, che gl’Inglesi siano Spagnuoli, perché se li trova quasi tutti contrari, ma non s’accorge, che se si trattasse l’istesso con Spagna gli Spagnuoli colla med(esim)a ragione, potrebbono dire, che gl’Inglesi fossero Francesi. Fino alla conclusione, o esclusione di questo negotio, non posso dire di certo cosa alcuna all’Ecc.a V.ra circa l’andata del S. Cav. Wotton in Francia, la quale però è sicura, poiché il S.r Granciamberlano [Thomas Howard, primo Conte di Suffolk, era Lord Chamberlain] l’ha publicata in Cons(igli)o. Il Sig.r Murton [Albert Morton] anch’egli stà per la stessa causa.
Gio(vanni) Maria fuggí, come l’Ecc.a V.ra averà inteso; l’altro è prigione pronto (dice) al Martirio [vedi Amph., pp. 117-118]. Prego Iddio lo esaudisca. Ma ne dubito; perché S. M.tà è piú religiosa che politica. Il S.r feliciti l’Ecc.a V.ra alla quale bacio umilm(en)te le mani. Di Londra lí 18 feb.ro st v. 1614. Di V. E. Ill.ma. [Postscriptum]: Mando a V(ostra) Ecc(ellenza) la lettera dell’amico aperta nella quale sono un poco piú diffuso, degnisi leggerla, poiché non v’è neg(oti)o al(triment)e famigliare.
Mando a V. Ecc. la lett(e)ra dell’amico aperta nella quale sono un poco piú diffuso, degnasi leggerla, poiché non v’è neg(ti)o al(riment)e famigliare. Umilissimo e dev.mo Serv(ito)re G. F. B.
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