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CXXI. Dudley Carletton a John Chamberlain (Venezia, 21 marzo 1614).
PRO SP 99, B. 15, p. ii, ff. 164r-165r.
Lettera autografa di Carleton, firmata e datata From Venice, this 11th of March 1613 st. vet.
Goode Mr. Chamberlain
you guess not amiss in your last by the former ordinary of the 10th of February at my longing desire to heare of the goode successe of owr freends exspectations; which, yf they rest uppon service to be don in parliament, and that there (as you say) he must win his spurs, he is like to meete with so skittish a jade of the mutiners corner that in steede of winning the spurs he must take heede of loosing the saddle [...].
I am sorrie to heare of the escape of that fellow who with his companion hath filled me with much griefe and shame. But I make no question of his punishment where ever he goes, especially yf he appeare at Rome where other examples doe shew what he must looke after. My L(or)d of Elys opinion touching new and sodaine converts is not to be gayne-sayde; but every man is to have a beginning and these men (especially the elder) could give at theyr first conference with M.r Horne so goode an account of themselfs both for theyr reasons grownded uppon goode learning of theyr relinquishing the Church of Rome, as likewise for theyr resolution accompanied with shew of much modesty and humility of entring and persevering in owrs, that I must confess I presumed more of them then of many others who have offred themselfs to me in the same kind, and I was willing enough to stop owr adversaries mouths, who make so great boasts and brags of every poore convert. But abeant in malam crucem which I make no doubt will be theyr end.
You make me marvayle you are such a stranger with my Lord of Ely, seeing his kindness towards you. If you had ben pend up for so many years together, as now I have ben, from changing almost a word with any man of merit unless it be with a public minister (whose conversation consists onely of compliments) or a stragling traveller (who hath no more for you than he gathers upon the highway) you would know what it were to loose so good an oportunity. He is much reverenced by such learned men in these parts as dare read his books, and in that point here are many give themselves more liberty than in time past, which appeares by some of these nobili who have ben heard this Lent using his arguments and disputing with their preachers in their church dores. Our Capuchin at St. Apostolo proves a byword amongst them that per spasso they will go hear him tell his belli miracoli. To magnifie our Ladys power above our Saviors, he sayde this last Saturday that she was the fountaine of grace, he of justice, and her office was that, when Christ sayde ite maledicti in infernum, to katch them one after another by the hand and pull them into paradise, which, to express more effectually, he stooped downe many times amongst his audience as if he would have puld them one by one into the pulpet, and though the woemen (who are his especial dévotes) were so far transported with love of owr Lady that they parted with theire rings and bracelets for alms; there were divers gentlemen who were as liberal in another kind, charging their preacher with open blasphemy. We have many more of this kind, but you will say this is too much, yet you know Venice so well that you can expect little else at this time [...].
The Pope is chiefly busied at the present in trafique about new cardinals and Canonization of Saints: the former men of so meane account that the Grand Dukes brother makes sute to be created alone, the letter (according to the legends we have of them) will confirme the saying of Bessarion that the abuse in making these new Saints did make him dubitare de antiquis.
I pray you remember my service in both the Saint Barthelmews yf both owr frends be still with you: and so with all owr best wishes and commendations to your self I rest yours as ever most affectionately Dudley Carleton.
From Venice, this 11th of March 1613 st. vet.
Mio buon Chamberlain
Nell’ultima lettera del 10 di febbraio, ricevuta per le vie ordinarie, ti è sembrato inopportuno soddisfare il mio ardente desiderio di sapere ciò che è accaduto delle aspettative del nostro amico, che se resta al servizio del Parlamento e se, come tu dici, deve guadagnarsi lí gli speroni, si trova nella condizione di chi deve incontrarsi allegramente con una donnaccia da trivio; in tal caso piú che guadagnarsi gli speroni, deve badare a liberare la sella.
Mi dispiace sapere della fuga di quel frate [Ginocchio] che con il suo compagno mi ha colmato di vergogna e di dolore. Ma non faccio questione di punizioni dovunque egli sia, soprattutto se compare a Roma, dove altri esempi mostrano di che deve guardarsi. L’opinione di Mylord di Ely [Lancelot Andrewes], a proposito di nuove e improvvise conversioni, non può essere contraddetta, ma ogni uomo deve pur avere un principio e questi uomini (specialmente il piú anziano) diedero al loro primo incontro con Mr. Horne [Thomas Horne, cappellano dell’ambasciatore Carleton] una cosí buona impressione di sé, sia per le ragioni che li inducevano ad abbandonare la Chiesa di Roma, sia per la loro decisione, accompagnata da manifestazioni di modestia e di umiltà, di voler entrare e rimanere nella nostra, tanto che io – lo confesso – mi sono fidato piú di loro che di molti altri che mi si erano offerti per le stesse ragioni, e decisi di tappare la bocca dei nostri avversari che menano cosí sperticatamente vanto di ogni povero convertito. Ma abeant in malam crucem ché non ho dubbi che tale sarà la loro fine.
Mi meraviglia che tu sia tanto lontano da Sua Grazia di Ely, vedendo che egli è cosí gentile nei tuoi confronti. Se fossi stato impedito, come ora lo sono io da molti anni, dallo scambiare quasi una parola con un uomo di merito a meno che non eserciti una funzione pubblica (la cui conversazione è fatta solo di complimenti) o con un viaggiatore solitario (che per te non possiede piú di quanto raccoglie lungo la strada maestra) sapresti che cosa significa perdere una sí buona occasione. Egli è molto apprezzato dai dotti di queste parti che hanno letto i suoi libri e su questo punto molti si sono data piú libertà di quanta ne avessero nel passato. Ciò appare da taluni di questi nobili che in questa quaresima hanno ascoltato i suoi argomenti ed hanno disputato con i loro predicatori alle porte della loro chiesa. Il nostro cappuccino nella chiesa dei Santi Apostoli mostra di essere tra loro uno zimbello, da cui essi vogliono ascoltare per spasso il racconto dei suoi bei miracoli. Per magnificare il potere di nostra Signora sopra quello del Salvatore egli ha detto sabato scorso [Sabato 15 marzo 1614, calendario gregoriano] che la prima è la sorgente della grazia e l’altro della giustizia e che, quando Cristo disse: ite maledicti in infernum, il suo ufficio era quello di cercarli l’uno dopo l’altro e di condurli al paradiso. Per esprimere ciò in modo piú efficace, costui scese spesso tra i suoi ascoltatori come se volesse spingerli l’uno dopo l’altro verso il pulpito. E sebbene le donne, che sono le sue speciali devote, fossero trasportate dall’amore per la nostra Signora tanto da togliersi dalle braccia gli anelli e i braccialetti, c’erano diversi gentiluomini che erano liberali in tutt’altro senso, perché colmavano il loro predicatore con affermazioni apertamente blasfeme. Ne abbiamo molti di questa specie, ma tu dirai che questo è troppo; eppure conosci Venezia cosí bene che a questo punto hai poco altro da attenderti.
Il papa è al momento preso principalmente dai suoi traffici con i nuovi cardinali e con la canonizzazione dei santi: la lista dei primi è cosí spregevole che il fratello del gran Duca [Carlo de’ Medici] ritiene si sia formata da sola; gli altri, in sintonia con le leggende che abbiamo su di essi, confermeranno il detto di Bessarione secondo cui l’abuso nella creazione di nuovi santi fa dubitare de antiquis.
Ti prego di ricordare i miei servigi ad entrambi i nostri amici Saint Bartholomews [così Carleton indiva il Winwood], se entrambi sono ancora con te e cosí con i migliori auspici e raccomandazioni resto sempre tuo affezionato. Dudley Carleton. Venezia, 11 marzo 1613 st. vet.
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