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CXXII. Giovanni Garzia Millini a Diego Sarmineto de Acuña (Roma, 22 marzo 1614).
AGS., Estado, v. 368, ff. 34r-35r.
Il calce al foglio 34r si trova l’indicazione del destinatario: Sig. Amb.re Catt.co in Inghilterra. In attergato: All’Ill.mo sig.re il sig.r Don Diego Sarmiento Ambas.re Catt.co in Inghilterra. Il postscriptum a f. 35r è autografo del Millino.
È stata letta alla s(anti)tà di N(ostro) sig(no)re la l(ette)ra di V. S. Ill.ma delli 7 del passato [vedi Lettera del Sarmiento del 7 febbraio 1614], ric(evu)ta a 15 del presente, nella quale avvisa la redutt(io)ne all’obedienza della s(an)ta Chiesa Romana di frà Gabriele Vannini, et frà Bonaventura Ginocchio, Apostati dell’ordine del Carmine, et come erano pronti di presentarsi avanti il Nuntio di Sua S(anti)tà in Fiandra: et insieme si è inteso la domanda, che V. S. Ill.ma fa della lic(enti)a per se stessa di poter leggere li libri prohibiti, e della facoltà per il P(adre) M(aest)ro frà Diego della Fonte suo confessore, et per li licentiati Agustín Perez, et Simone Ariza di poter dispensare per mangiar’ova, et altre cose di latte: et la s(anti)tà Sua si è compiaciuta di concedere a lei, come in virtú della presente se le concede, la detta lic(enti)a di leggere i libri prohibiti per tutto il tempo, che ella risederà costí come Amb(asciato)re di S(ua) M(aestà) Cat(toli)ca, et anco a contemplat(io)ne di V. S. si è compiaciuta di concedere alli sud(ett)i frà Diego della Fonte suo confessore, et alli licentiati Agustín Perez, et Simone di Ariza la sudetta facoltà di poter dispensare per mangiar’ova et altre cose di latte, nel modo che l’hanno gli altri sacerdoti delle missioni di cotesto Regno; la q(ua)l facoltà habbia a durare mentre li detti staranno appresso di lei in cotesto carico.
Parim(en)te è stata letta in Cong(regatio)ne l’altra l(ette)ra di V. S. I. scritta alla s(anti)tà Sua sotto l’istessa data, insieme con il mem(oria)le di frà Nicolò di Ferrara Apostata dell’ordine de Capuccini, residente in cotesto Regno, et la s(anti)tà di N(ostro) Sig(no)re per l’intercess(io)ne di lei, non solo si è compiaciuta di concedere al detto f(rà) Nicolò l’istesse gratie concedute alli sopradetti frà Gabriele Vannini et frà Bonaventura Ginocchio (al quale frà Nicolò ella sarà contenta di notificarle, scrivendosi anco per qu(es)to ord(ina)rio alli Nuntij Ap(ostoli)ci in Parigi, et in Fiandra, che comparendo detto frà Nicolò avanti alcun di loro, sia ricevuto nell’istesso modo, che li fu scritto de’ detti frà Gabriele, et frà Bonaventura), ma anco si è degnata S(ua) B(eatitudi)ne di concedere al sopradetto frà Diego della fonte Confessore di V. S. tutte le facoltà concesse a gl’altri Religiosi delle missioni di cotesto Regno, conforme a quanto Ella domanda in detta sua l(ette)ra, durante il tempo nel quale esso frà Diego sarà confessore di V. S. nel sudetto carico in cotesto Regno. Desiderando io a V. S. I. per fine ogni vera prosperità et salute; di Roma a’ 22 Marzo 1614. Di V. S. Ill.ma.
Ps. Il contento che si è havuto da N(ostro) S(ignore) et da q(ue)sta S(acra) Cong(regatio)ne della reduttione dei doi padri Carmelitani, è stato grande, ma poi si è inteso, che uno di loro fossi ritenuto prigione costí et che tutta la speranza della sua liberatione pendeva dal favore di V. S. I. Io son certo, che non è necessario di raccomandare a V. S. I. l’opere buone, sapendo quanto ha fatigato, et fatiga per servitio della religione. V. S. I. mi tenga in sua gratia, et mi commandi, perche non ha qui nissuna persona, che desideri di servirla piú di me. Ser(vito)re Il Card(ina)le Millino.
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