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CXXX. Congregazione del Santo Uffizio (Roma, 24 aprile 1614).
ASUR, Decreta Sancti officij, 1614, ff. 205 e 208.
Feria quinta. Die 24 Aprilis 1614.
Fuit Congregatio Sanctae Inquisitionis in Palatio Apostolico Montis Quirinalis coram Sanctissimo D. N. D. Paulo divina providentia Papa V ac Ill.mis et Rev.mis D. D. Paulo Sfondrato episcopo Albanensi Sanctae Ceciliae, Roberto tit. Sanctae Mariae in via Bellarmino, Antonio tit. Sanctae Crucis in Hierusalem Zapata, Ferdinando Taberna tit. S. Eusebij, Ioanne Garsia tit. Sanctissimorum quattuor Coronatorum Millino, Fratre Felice Centino tit. Sancti Laurentij in pane et perna Asculano, nuncupatis presbiteris misericordia divina Sacrae Romanae ecclesiae cardinalibus adversus hereticam pravitatem generalibus Inquisitoribus a Sancta Sede Apostolica specialiter deputatis, praesentibus R. R. P. P. D. D. fratre Andrea Justiniano de Genua ordinis Praedicatorum, Sacrae Theologiae magistro, Commissario generali Sancti Officij, Marcello Filonardo I. U. D. coadiutore Assessoris in qua propositae fuerunt infrascriptae causae quas in notam sumpsit idem D. Coadiutor et mihi notam tradidit.
Nuntij Apostolici in Belgio lectis literis datis die 22 et 29 martij [in] quibus significat fratrem Bonaventuram Ginochium et fratrem Gabrielem Vaninum apostatas ordinis Carmelitarum fugitivos ad hereticos Angliae seque illos reconciliandum in exequendo facultatem sibi concessam, lectis et literis dicti fratris Bonaventurae datis 22 martij in quibus petit expediri absque abiuratione cum nunquam concionatus fuerit contra veritatem fidei catholicae ac dispensari, ut per aliquod tempus possit remanere in Flandria in habitu presbiteri saecularis sub obedientia Nuntij aut ordinarij, Sanctissimus mandavit rescribi eidem Nuntio ut illos recipiat uti sponte comparentes ac mittat copiam depositionis et interim maneant in habitu presbiteri saecularis sub obedientia apostolici Nuntij et eis prohibeat quaeque scribere aut typis mandare quod non fuerit scriptum de ordine eiusdem Nuntij.
Giovedì, 24 aprile 1614.
Si è riunita la Congregazione della Santa Inquisizione nel Palazzo Apostolico di S. Pietro alla presenza del Santissimo Nostro Signore Paolo per misericordia divina papa V e dei Cardinali Illustrissimi e Reverendissimi, Paolo Emilio Sfondrati, vescovo di Albano, titolare si Santa Cecilia, Roberto Bellarmino, titolare di S. Maria in Via, Antonio Zapata [y Cisneros], titolare di S. Croce in Gerusalemme, Ferdinando Taverna, titolare di S. Eusebio, Giovanni Garzia Millini, titolare dei SS. Quattro Coronati, frate Felice Centini d’Ascoli, tiolare di S. Girolamo degli Illirici, preti nominati Cardinali per divina misericordia della Sacra Romana Chiesa, nominati in particolare dalla Santa Sede Apostolica quali Inquisitori generali contro la eretica pravità; presenti i RR. Padri Don Andrea Giustiniani di Genova dell’Ordine dei Predicatori, Maestro di Sacra Teologia, Commissario Generale del Santo Uffizio, Marcello Filonardi, Dottore in utroque iure, assessore, nella quale riunione sono state proposte le cause sottoscritte che il medesimo Assessore ha assunto nella nota da lui stesso trasmessami.
Data lettura delle lettere del 22 e 29 marzo del Nunzio Apostolico del Belgio nelle quali egli comunica di dover riconcilare, secondo la facoltà concessagli, frate Bonaventura Ginocchio e frate Gabriele Vanini, apostati dell’ordine carmelitano e fuggitivi presso gli eretici inglesi; e data lettura della lettera del 22 marzo di detto frate Bonaventura, nella quale chiede di essere sciolto (dal voto) senza abiura, non avendo mai predicato contro la verità della fede cattolica, e di ottenere dispensa affinché possa rimanere per un po’ di tempo in Fiandra in abito di prete secolare sotto l’obbedienza al Nunzio o al (vescovo) ordinario; il Santissimo (papa) ordinò che si scrivesse al medesimo Nunzio incaricandolo di riceverli come comparenti spontaneamente, di mandare la copia della loro deposizione e di far sì che nel frattempo restino in abito di prete secolare sotto l’obbedienza al Nunzio apostolico e che sia loro vietato di scrivere alcunché o di dare alle stampe qualsivoglia scritto che non sia stato ordinato dallo stesso Nunzio.
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