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CXXXI. Dudley Carleton a Ercole Salice (Venezia, 29 aprile 1614).
PRO SP. 99/15, II, ff. 255r-257r.
Ill. mo Sig.re mio oss(ervantissi)mo
Mi trovo al presente obligatissimo a V. S. Ill.ma di tre sue lettere delli 25 e 30 del passato et li 9 corrente delle quali le due prime mi capitorno l’istesso giorno, et l’altra per l’ultimo ordinario di Bergamo per cui anche manderò questa risponsiva, et le consignarò secondo il solito al Sig.re Nones per inviare al Sig.re Morandi. Nell’ultima mia che fu delli 5 presente l’avvisai della risolutione presa di qua e de gli ordini pubblici mandati al Sig.re Barbarigo per trattare et concludere con i Cantoni Evangelici sui [...] lega defensiva a nome di questa Rep(ubbli)ca. Stiamo adesso con devotione grand(issi)ma aspettando la riuscita di quel negociato [...].
I frati Carmelitani che gia due anni sono passarono per Chiavenna con lettere di raccomandatione a V. S. Ill.ma quando andorono in Inghilterra hanno poi fatta una riuscita la piú indegna e scandalosa che possa dirsi al mondo. Dopo essere stati trattati la con amorevolezza et honore assai sopra il merito loro i cani pensavano di ritornare al vomito et sotto pretesto di andar come novi Apostoli in Vatellina dove dicevano che vi era mancam(en)to di predicatori disegnavano d’involarsi fuori del regno et tornare come porci immondi al pristino fango, havendo con denari cavati dalla troppo credula carita de nostri Inglesi acquistato per messo del Nontio residente in Pariggi (col quale tenevano prattica mediante il Capellano d’un’Amb(asciato)re in Londra) procurato un perdono per haver abandonata la frateria. Volse Iddio che l’Arcivescovo scoprisse la fraude et malvagità di costoro, ma veda V. S. il colmo d’imprudentia al quale questi disgratiati erano saliti. Interrogato Giulio Cesare il majore d’essi, sopra la fuga negò haver havuto tale animo, approvando la professione pubblicam(ente) fatta da lui nella chiesa Italiana, l’havere renuntiato al Papismo et alle opinioni de Ponteficij aggiongendo che quando altro si trovasse di lui, voler essere riputato Ipocrita et huomo nel cui core fosse entrato Satana: dicendo anco di approvare la religione della chiesa Anglicana, sottoscrivendo l’essame I. Cesar Italus. A pena uscito, che preso da uno spirito frenetico et diabolico disse a quei di casa essere cattolico et in tal religione voler morire. Di che avvisato l’Arcivescovo fattolo introdurre col compagno lo fece il giorno seguente riesaminare et interrogato sopra i soprascritti ponti, rispose di non essere stato ben inteso, havendo egli detto d’haver renuntiato non papismo sed papatui, ciò è ad ogni pretensione d’essere egli Papa; l’istesso affirmando circa l’haver rinunziato all’opinioni de Pontificij, ciò è se i Pontificij havessero havuto opinione di farlo Papa. Al secondo della chiesa Anglicana che similmente approvava la religione di lei, non però la presente ma quella di cento o duecento anni prima. Molte altre cose havrei da dire in questo proposito, della loro ribalderia et infanda libidine, ma mi trovo troppo amareggiato, dolendomi d’essere stato l’authore di quella loro andata: ma Iddio ch’à voluto appropriarsi il titolo di scrutator cordum, non ha lasciato a mortali altri contrasegni di giudicare nell’animo interno senza per la sembianza parole et atti esterni tutte le quali circostanze sono state in questi frataccij cosí profondamente simulate et finte, che bastavano ad ingannare qualsivoglia huomo, aggiontavi le loro scongiure et imprecationi piú che tremende, caso che contrafacessero. Il fine è stato questo. Il piú giovine scampò di prigione avanti la sentenza; il maggiore doppo. La sentenza fu troppo mite: una relegatione alle Isole di Bermudas, ultimam(en)te tornara da i nostri, dove fra quei salvatici haveva da finire il resto della sua misera vita.
Credo d’havere troppo attediato V. S. Ill.ma con questa historia ingrata, ma non ho voluto celarle cosa alcuna, la notitia della quale stimo non essere da lei indegna. Se questa settimana havrò qualcosa del trattato del Caval.r Edmondes in Inghilterra per l’altro ordinario le farò partecipe. Intanto le bacio caramente le mani, et augurandole da N. S. ogni sua piú bramata felicità resto Di Vinetia adì 29/19 Aprile 1614. Di V. S. Ill.ma.
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