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XLIX. Notizie desunte da Francesco Voerzio da Cherasco.
F. Voerzio da Cherasco, Breve relatione della vita et gesti, del R.mo P. M. Enrico Silvio, In Asti, Per Virgilio Zangrandi, 1613.
p. 1: Era già l’anno 1556 della Salute nostra, quando nella Terra di Mezovico, Diocesi di Como, nacque Enrico Silvio (cosí si chiamò sino dal sacro fonte del Battesimo) da Francesco suo Padre, & Giacomina sua Madre.
p. 2: Nell’anno di sua età 18. che fu l’anno 1574 si dedica alla Religione della Santiss. Vergine Maria del Carmine nella città d’Asti.
pp. 4-5: Hebbe da medemi suoi Superiori obedienza per transferirsi a Torino per poter ivi in quello Studio attendere a’ principij delle piú gravi scientie; di dove poi condottosi in Pavia sotto la disciplina del R. P. Maestro Genesio Rosano Reggente del Convento, in detta Città & Lettore di Sacra Scrittura nel publico Studio d’essa [...] venne reputato sufficiente d’essere ad altri Maestro, prima nella Logica, & poi nella Filosofia, quali in Pavia istessa, con gran sodisfattione lesse a’ Scolari Novitij, fino che l’anno corrente 1584 fu dichiarato Bacciliere del Convento, & poi l’anno venente mandato a Cremona per Lettore di Filosofia & Teologia.
p. 6: Volendo esso Procurator generale [Timoteo Berardi] in detto Capitolo, provedere d’un Lettore nel suo Convento di Genoa [...] giudicò esso Enrico habile a tal’officio [...] fu fatto degno d’essere ammesso al grado di Maestro l’anno 1587 & cosí passato con tutti gli ordini, con ogni rigore & gran suo merito, si addottorò nel Colleggio de Teologi di detta città di Genoa.
pp. 9-10: Occorse adonque, che l’anno 1592 passò a miglior vita il Reverendiss. P. Caffardi Generale della Religione Carmelitana, per il che Clemente Papa VIII all’hora fatto Papa, instituí per Vicario Generale il M. R. P. Maestro Gio. Stefano Chizzola Cremonese [...] quale essendo necessitato a porsi in viaggio, per visitare i Conventi della sua Religione nel Regno di Napoli, [...] desiderando lasciare in Roma persona al governo del Convento della Traspontina, fece elettione di esso Maestro Enrico, come di soggetto attento, & fedele, perciò chiamandolo da Pavia a Roma, lo constituí Priore di detto Convento [...] con leggere Teologia a quelli nel proprio Convento, & anco di sodisfare alla lettura di Metafisica nella sapientia di Roma, statagli lasciata dal M. R. P. Maestro Alfio Matthioli, all’hora Procurator Generale della Religione.
p. 11: Avvenne poi che l’anno 1593 si celebrò il Capitolo generale in Cremona, per l’elettione del nuovo Generale della Religione Carmelitana, nel quale fu eletto il medesimo Maestro Gio. Stefano Chizzola.
p. 13: Il che fatto, detto Generale si partí da Roma li 20 di Marzo 1594 alla volta di Spagna, & interprendendo gli negotij detto Maestro Enrico, come Vicario Generale, scrisse a tutti gli Provinciali, a lui commessi, che si degnassero di favorirlo [...] & con tal sodisfattione si diportò, ch’era amato, & insieme riverito, & temuto da tutti.
pp. 15-16: Il Generale [...] fu forzato quanto prima transferirsi a Roma, lasciando il detto P. Maestro Alfio in Spagna [...] & questo fu l’anno 1596. Di che essendo informato Papa Clemente VIII volse che mentre la causa del Generale si vedeva, Maestro Enrico, all’hora Vicario Generale d’Italia, fusse dichiarato Vicario Generale Apostolico di tutta la Religione sotto li 18 Agosto 1596. Il che sentito da detto Maestro Enrico, restò fuor di modo pieno di maraviglia, non penetrando di dove tal favore gli fusse sopragionto, & dubitando che nell’accettare tal’officio, senza intendere piú oltra, non gli fusse per essere di qualche biasmo, perciò usò ogni diligenza per haverne l’origine, & vera cagione, ma ritrovando che ciò era di Moto proprio del Papa [...] s’acquietò all’obedienza [...] tutto s’impiegò nel servitio della sua Religione, non lasciando in detto tempo, di porgere aiuto con ogni integrità al Generale Chizzola, per liberarlo da simili travaglij, & ciò con stupore d’ogn’uno, perché forsi qual si voglia altro, con la speranza della successione al Generalato, non si sarebbe in questo occupato ponto, anzi tanto fece in servitio del suo Generale, che si pose a rischio d’essere levato dall’officio. Avvenne nondimeno che essendo stata veduta la causa del generale dalla Congregatione della Riforma d’ordine del Papa, detto Generale fu rimosso dall’officio, & il Papa ordinò, che esso Maestro Enrico fusse confirmato Vicario generale, con facoltà di convocare il Capitolo per l’elettione del nuovo Generale, come si vide per Breve di esso Papa l’anno 1597 a dí 20 Agosto.
pp. 25-26: Inoltra sapendo che alcuni de suoi Frati poco timorosi di Dio, & meno osservanti della loro professione, se ne stavano fuori del Claustro, per vivere in maggior libertà, con detrimento dell’anime loro, & vergogna della Religione, per molti rispetti, perciò con ordine espresso del Papa, scrisse a tutti gli Provinciali in virtú di santa obedienza, che dovessero chiamar a sé, tutti quelli Religiosi, che stavano fuori della Religione, prohibendo di piú a essi Provinciali nell’avvenire, il dar licenza a qualonque persona di esse per tal’effetto, & cosí con questa diligenza si rimediò a molti inconvenienti.
pp. 27-28: Procurando Papa Clemente VIII con ogni diligenza d’estirpare l’Heresie [...] havendo ordinato si publicasse un’Indice nuovo de libri prohibiti [...] esso Vicario Generale ordinò sotto gravi pene a tutti gli Provinciali, & Superiori a sé sottoposti, che dovessero mettere in osservanza tal Indice, con fare diligenza esquisitissima tra Frati della Religione, della qualità de libri, che essi tenevano, per levare gli tristi e lasciar gli buoni, ma in particolare fu ordinato che tutte le Librarie de Conventi si registrassero & si notasse il libro con l’Auttore, & materia che conteneva, dove era stampato, & di qual tempo, & che di tutto si mandasse copia, & nota in buona forma a Roma.
pp. 32-33: In questo mentre avvenne, che essendo nella Spagna di già nata discordia grande, fra gli Religiosi Dominicani, & Gesuiti, per occasione della dottrina publicata con il libro dato alle stampe dal P. Molina Gesuita, circa la Giustificatione, venendosi perciò disputato variamente circa la gratia, & libero arbitrio [...] Papa Clemente prudentemente si risolse eleggere alcuni Teologi principali [...] e fra detti Teologi fu annumerato esso Vicario Generale [...] In detta Congregatione s’affaticò molto, dimostrando di quanto valore fusse: ma essendo poi stato eletto Generale nel Capitolo che si fece l’anno seguente [...] bisognò tralasciare l’impresa.
pp. 35-37: Essendo adonque gli Padri Gremiali, o siano vocali convocati, presente detto Monsignor Tarusio, nel Convento di S. Martino de Monti di Roma li 9 di Maggio 1598 [...] per fare l’elettione del Generale [...] alcuni procurorno di far escludere dall’elettione del Generalato esso Maestro Enrico Silvio, Vicario Generale. Ma il mezo, con il quale pensorno d’offenderlo, fu mezo d’honore & essaltatione a esso Maestro Enrico, poiché‚ essaminando benissimo detto Monsign. Commendatore Presidente, qual fusse l’animo d’essi, conobbe evidentemente essere calunnia & inventione loro. Perciò dichiarò, che Maestro Enrico dovesse essere ammesso all’elettione [...]. Ma non già per questo mancarono gli sudetti di perseverare nel loro medemo mal pensiero, credendosi tuttavia poter con calunnie, & menzogne ottenere il loro intento appresso il Papa: ma conosciuta benissimo dal Papa la mente loro, & il fine per il quale si movevano [...] fu dall’istesso Papa accettato per bene, quanto circa detta elettione della persona di Maestro Enrico era stato fatto.
pp. 52-54: La Religione de Padri Scalzi Carmelitani, quale fu cominciata l’anno 1562 dalla Beata Madre Teresa di Giesù professa Carmelitana del Monasterio dell’Incarnatione della città d’Avila, nel Regno di Castiglia la vecchia, nel Pontificato di Pio IIII quale lasciando l’obedienza del suo Provinciale, ma non quella del Generale della Religione, si pose sotto la giurisdittione del Vescovo di detta città, & diede principio all’instituto Scalzo, secondo la Regola primitiva Carmelitana data da Alberto Patriarca di Hierusalem l’Anno 1171. Ritrovandosi poi il Reverendiss. Padre Generale Rossi in quella Città l’Anno 1564 & vedendo l’impresa assai buona, & santa, confermò ogni cosa con sue patenti. Dopo l’anno 1568 il R. P. Maestro Antonio Heredia Carmelitano della Provincia di Castiglia, invitato dalla detta Beata Madre Teresa a farsi Religioso Scalzo, tanto fece, & fu il primo della Religione, che osservasse il detto instituto Scalzo, quale crebbe grandemente in breve tempo, & cosí moltiplicato restò sotto l’obedienza del Generale fino l’anno 1593 nel qual anno si celebrò Capitolo generale in Cremona, dove si divisero totalmente dalla Religione, con il consenso però di Papa Clemente VIII, & del Gremio di detto Capitolo Generale.
pp. 72-73: Hora mentre esso Generale si ritrovava in progresso di tal visita ne paesi oltramontani, perche s’approssimava il fine del quinquennio (termine statuito da Papa Clemente VIII dopo la privatione del Generale Chizzola, con suo Breve) era di necessità, o che si fermasse, lasciando tal visita al Generale nuovo, o che fusse dal Papa confirmato nell’officio suo, ma il Papa che era Clemente VIII [...] con Breve espresso, di propria volontà, lo confirmò & dichiarò di nuovo Generale per duoi anni [1602]
p. 82: Il che tutto sommamente piacque a esso Papa (quale poco prima che giongesse in Italia l’haveva confirmato per duoi altri anni) [1604]
p. 84: Ma perche instava il termine di duoi anni della riferma fattagli del suo Generalato da Papa Clemente VIII [...] fu dall’istesso Papa Paolo Quinto, con benignità incredibile confirmato di nuovo per altri duoi anni nell’istesso officio, & grado, di modo che con la buona volontà, & santa benedittione del Papa, si partí da Roma li 7 Ottobre 1605 per Genoa.
pp. 89-90: Mentre il Generale ri ritrovava in Spagna, occorse quella differenza tra la Chiesa, & SS. Veneziani, con pericolo non diventasse maggiore, in detrimento della Fede Cattolica, poiche non mancavano ministri di Satanasso, che con le loro infernali lingue, laceravano il Vicario di Cristo, perciò detto Generale zelantissimo della quiete della Christianità, subito scrisse a tutti gli Provinciali della Religione, ordinandogli che in tutti i Conventi a loro soggetti, facessero fare orationi publiche, & private, per l’accommodamento di questo fatto, quale con l’aiuto Divino in breve s’accommodò, con universal gusto di tutta la Christianità.
pp. 91-92: Però stimando il Papa non essere bene il perpetuare in tal’officio, ma esser piú sicuro il mutare, conforme al Breve di Clemente VIII, non volse per all’hora alterare cosa alcuna. Questo sí, che con Breve speciale, & espresso, volse che esso Maestro Enrico finito il suo Generalato, havesse la voce passiva, & che di nuovo potesse esser rieletto Generale… perciò si citò il Capitolo generale in Roma per la Pentecoste dell’anno 1609. Venuti adonque in Roma gli Padri tutti della Religione, a quali tal’elettione s’apparteneva, & congregati nel Convento della Traspontina di Roma li 7 di Giugno 1609 [...] rielessero in nuovo Generale della Religione Carmelitana, con tutti gli voti, il detto Reverendissimo P. M. Enrico Silvio [...] Per il che essi Padri Vocali innanti alla partenza loro da Roma, tutti di commun consenso, senza essere richiesti da esso Generale [...] volsero si supplicasse al Papa, sottoscrivendosi tutti a tal supplicatione, acciò ritornasse l’officio del Generalato della Religione in vita, come era per il passato.
pp. 93-96: Era assai tempo che vacava il Vescovato della Città d’Ivrea [...] Perciò vedendo Sua Santità essere necessario provedere a quella Chiesa [...] & offertasele la persona di esso Generale del Carmine, di subito senza replica lo dichiarò Vescovo d’Ivrea [...]. Quando occorse all’Altezza di Savoia [i. e. Carlo Emanuele I di Savoia] chiamare a sé l’ambasciatore suo residente in Roma [...] non conoscendo [...] persona piú confidente di esso Generale eletto Vescovo d’Ivrea, con sue lettere delli 25 luglio 1612 lo dichiarò in luogo dell’Ambasciator suo appresso il Papa.
pp. 97-98: Essendo vissuto nella Religione incolpatamene anni 38 & morto l’anno 56 di sua età. [...] anzi per la copia de varij humori soprabondanti veniva sottoposto a varie flussioni in tutte le gionture, di modo che piú volte fra l’anno restava inetto all’attioni [...] fu soprapreso da dolori & febre li 17 Agosto 1612 [...].
pp. 102-103: Dalle sudette cose adonque raccontate, si vede quanto habbino errato alcuni Novellarij, quali come poco informati, & instrutti della verità, non solo hanno publicato per la Città di Roma, ma anco l’hanno scritto per Italia, & fuori, che il Generale era morto proprietario, con essergli stati ritrovati in cassa infiniti denari in contanti: alcuni di essi dicevano 30 chi 40 & altri fino a 60 & piú milla scudi [...] Di piú essi sparsero voce che il Generale tra Argentaria, & gioie, haveva il valsimento di 25 o 30 milla scudi, però ricercato il tutto con ogni fedeltà & diligenza, furono ritrovati in tutto, & per tutto dodici cucchiari, & altrettante forchette d’argento, duoi vasi similmente d’argento di sei, o sette scudi l’uno, sei anelli ordinarij d’oro, & centocinquanta pietre picciole false di diamante, di valore d’un mezo giulio l’una, comprate da esso in Barcellona, in mia presenza, per fare ornare alcune cose sacre [...]
p. 108: Rese lo spirito al suo Creatore li 14 di settembre 1612, giorno di S. Croce, della quale era devotissimo [...] Fu sepolto il giorno seguente ad hora di Compieta [...] nella Cappella di Sant’Angelo, da lui fatta fare per sepoltura commune de Generali della sua Religione, nella Chiesa della Traspontina di Roma.
p. 115: Hebbe in odio gli proprietarij, quali contro le Constitutioni procuravano far denari, per servirsene a mal fine, con detrimento della Religione, & salute dell’anime loro, siche molti d’essi ne castigò, con privargli di quanto senza saputa de’ Superiori tenevano, applicando tutto quanto havevano a Conventi, de quali erano professi, overo ad opere pie della Religione. Et procurando perciò, con ogni diligenza di levare tutti gli mezi, quali potevano dare occasione alli Religiosi d’essere proprietarij, & insieme di ridurgli alla vera osservanza della loro professione; commandò con decreto espresso, che tutto il denaro, che venesse alle mani d’essi Religiosi, per qual si voglia rispetto, si dasse al Superiore del Convento, per applicarlo al publico di esso Convento infra lo spatio di 24 hore, sotto pena d’esser castigato, come proprietario: & esso Generale non solo publicò questo statuto, ma anche fu il primo ad osservarlo [...] Et affinché si sbandisse dal tutto il vitio della proprietà, tanto dannoso al Religioso, ordinò anco si facessero delli Guardarobba communi, ne quali si ponessero in custodia gli panni, vesti, camise, & simili altre cose, concesse a uso de Religiosi [...] Ordinando di piú con un’altro decreto, che nelle camere non si tenesse altro, se non quello che lui stesso haveva prefisso.
p. 117: Era sopramodo desideroso d’ogni buono & santo essempio ne suoi Religiosi, perciò odiò anche alcuni scandalosi, da quali ne veniva aperta infamia alla Religione per la loro mala vita: per questo fece ogni sforzo, per havergli nelle mani, per dargli il degno castigo, & benche da questi tali, uniti con altri poco buoni, patisse molte persecutioni e calunnie false appresso a’ maggiori, da quali essi pretendevano esser difesi, nondimeno constantemente resistendo, con mostrare l’innocenza propria & gli aperti & inescusabili misfatti loro, degni di gran castigo, non si spaventò mai di liberamente fare l’officio suo, & sostentare la giustitia, di maniera che per la sua constanza nel bene operare per il servitio di Dio, gli fu anche con insidie procurata la morte, come appare per processi sopra ciò fatti, quali sono nel sopranominato Archivio della Traspontina di Roma.
p. 137: Era inimico delle curiosità, & in sua presenza non permetteva che si trattassero simili materie.
pp. 139-140: Patí del continuo disgusti & travagli, poiche dal primo giorno che entrò in officio, finche mandò l’anima sua a Dio, sempre hebbe delle contrarietà, solo per sostentare la giustitia, della quale fu osservantissimo & non l’havrebbe alterata un tantino, per tutto l’oro del mondo, però fece sempre apparere la sua innocenza, & il zelo che haveva verso le cose di Dio, & della Religione sua, & che cosí fusse, apertamente lo dimostrò, pochi mesi prima che morisse, perché trattandosi della conferma del suo officio, fu avisato a non procedere contro alcuni suoi Religiosi, quali poi se gli sarebbero dimostrati contrarij, & se bene esso era sicurissimo che tanto havrebbero fatto, nondimeno non curandosi ponto dell’interesse proprio, volse che in ogni modo si administrasse la giustitia, & essendo l’animo suo buono, & tutto intento al servitio di Dio, ne fu da Sua Divina Maiestà rimunerato al doppio, poiche in luogo della conferma, hebbe altra dignità molto maggiore, & piú havrebbe havuto, se per gli nostri peccati non fusse morto cosí presto. Alli discoli fu di gran spavento, & con lo sguardo solo gli atterriva, anzi cosí morto com’è, ancor lo temono.
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