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LVIII. Dudley Carleton a Sua Maestà Giacomo I (Venezia, 25 maggio 1612).
PRO. SP. 99, B. 9, ff. 258r-v.
Lettera autografa del Carleton, siglata D. C., datata From Venice this 15 of May 1612 st. vet.
May it please Your most excellent Ma.ty
I have receaved your Ma.tie commendements concerning Doctor Marta whom I will acquaint as soone as I may conveniently with your gracious acceptation of the offer of his service, and give your Ma.ty particular account what goode performance he makes therof. He is now at Padova and any time will be fitter for our meeting them now whom uppon some late occasion a more vigilant eye then ordinary is held this towne uppon Ambassasors houses and such a resort [...] that I will hereuppon take the boldnese to recommand to your Ma.ty a subiect of eminent place and of no less merit (the ArchBishop of Spalatro in Dalmatia) though by reason of his retirednes of life in those unfrequented parts of less name in the world and it may be a miracle how in that coste as it were in deserto he should be so much illuminated; as your Ma.ty may please to see by a preface and an introduction with an abstract I have taken of a large volume of his writing against the primacy of the PP. and the sea of Rome, which he hath communicated unto me, with pourpose to have it printed when he may have it don with safety for which he provides being retired from hence to his Dioces to make away the charge he hath there, if he can doe it some such conditions as may maintaine him in some other place with the freedome of his conference: which in a small time he hath ben in this citty is so well settled that whereas he brought hether 7 sacraments he hath caried back two onely, and he hath two bookes with him which were the first that ever he sett eye uppon in the right cause: your Ma.ty answeare to Bellarmine and Juells Apology, which will I hope deliver him owt of Purgatory, where he yet reste in opinion. About the time of his departure, the Nontio uppon some secret information of his booke convented him, and charged him directly with the point that he had written against the Popes supremacy, which his ingenuity would not suffer him to deny but he sayed that what he had written was at time when he having had a suite in the Court of Rome in which he suffred notorious wrong and pression which he did (as Poets make every dayes) rather for his owne satisfaction than other the thinck of doing himself right which his pen with which answeare he was dismissed for the present, but fearing when these ruptures should be accomodated betwixt the Pope and this State lest he shall be followed with some new and stricter Inquisition he desires he may have the comfort and assurance of your Ma.ty protection in case he should be forced to retire from hence; wherof I have given him that hope which I may promise of your Ma.ty most gracious favor to all which are so well affected. The occurrents of this place I continue after my accostumed course to advertise your Ma.ty in my weekely dispatches to my L(or)d Treasorer and so hoping this acceptable occasion will plead my excuse for the bolnese of directing these to your Ma.ty owne royale hands. From Venice this 15 of May 1612 st. vet.
Your Ma.ty most faithfull subiect and servant D. C.
Ho ricevuto gli ordini di Vostra Maestà, relativi al Dottor Marta [i. e. Giacomo Antonio Marta], e li ho soddisfatti al piú presto e nel modo che piú conviene alla Vostra graziosa accettazione dell’offerta del suo servizio e do a Vostra Maestà un particolare resoconto di quanto siano valide le prestazioni da lui rese. Ora egli si trova a Padova ed ogni momento è idoneo per i nostri incontri sebbene, dopo talune recenti vicende, questa città tenga ora un occhio piú vigile sull’ambasciata. Ma questo è un luogo di convegni tanto che voglio avere l’audacia di raccomandare alla Vostra Maestà una persona di eminente stato e di non poco merito (l’arcivescovo di Spalato [i. e. Marco Antonio De Dominis] in Dalmazia). Però, poiché vive ritirato in queste parti non frequentate e meno rinomate nel mondo, sarebbe un miracolo se in questa costa, in cui si trova come in un deserto, dovesse essere tanto illuminato. Vostra Maestà si compiacerà di vedere la prefazione e l’introduzione con l’estratto che ho preso dai suoi scritti contro la supremazia del Papa e della sede di Roma, che egli mi ha comunicato allo scopo di vederli stampati quando potrà farlo in condizioni di sicurezza, poiché prevede di ritirarsi sin d’ora nella sua Diocesi per liberarsi dell’incarico che ha lí, se può farlo in condizioni che gli garantiscano in un altro posto la libertà di parola. Nel breve tempo in cui è stato in questa città egli è stato cosí risoluto che, giunto con il carico di sette sacramenti, se ne è tornato con due soli ed ha con sé due libri in cui per la prima volta ha gettato lo sguardo sulla giusta causa: la risposta di Sua Maestà al Bellarmino [i. e. Triplici nodo triplex cuneus, or an Apologie for the Oath of Allegiance against the two breves of Pope Paul V and the later letter of Cardinal Bellarmine to G. Blackwel the Archpriest, London, Robert Barker, 1607] e l’Apologia del Jewell [i. e. Apologia Ecclesiae anglicanae, Londini, Impensis Thomae Chardi, 1591], i quali – io spero – lo trarranno fuori dal Purgatorio, cui ancora egli resta legato nelle sue intime convinzioni. Al tempo della sua partenza, il Nunzio [i. e. Berlinghiero Gessi], segretamente informato del suo libro, lo convocò e lo esaminò direttamente su ciò che aveva scritto contro la supremazia del Papa ed egli per la sua ingenuità non fu capace di negare, ma affermò che ciò che aveva scritto lo aveva fatto al tempo in cui, avendo fatto una richiesta alla Corte di Roma, soffrí notevoli ingiustizie e pressioni tanto che, come i poeti fanno ogni giorno, celò per la propria piú che per l’altrui soddisfazione l’idea di farsi giustizia con la sua penna ponendo per iscritto la risposta che prepara al presente; ma teme che, quando queste fratture tra il Papa e questo Stato saranno accomodate, egli sarà inquisito in modo piú rigoroso e perciò potrebbe essere costretto a ritirarsi di qui. Perciò ho accresciuto in lui la speranza che posso promettergli il grazioso favore di Sua Maestà per tutto ciò che sarà necessario.
Continuerò a tenere informata Sua Maestà intorno agli avvenimenti di questa città con gli avvisi settimanali che abitualmente trasmetto al Lord Tesoriere e, nella speranza che possa essere scusata questa circostanza in cui ho avuto l’ardire di indirizzare questa lettera direttamente nelle Sue mani regali, mi dichiaro fedelmente suddito e servo di Sua Maestà D. C. Venezia 15 maggio 1612 st. vet.
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