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LXV. Roberto Ubaldini a Scipione Borghese (Parigi, 2 agosto 1612).
ASVat., Segreteria di Stato, Nunziatura di Francia, v. 55, ff. 194r-v.
Minuta di una lettera non autografa, non datata. La data e il destinatario si deducono dalle missive che precedono.
Al med(esim)o
In q(ue)l punto, ch’io sto sul fine del Dispaccio, il s(igno)r abbate d’Umala m’è venuto a dar avviso, che il s(igno)r di Villeroy gli ha detto, che sono ultimam(en)te capitati in Inghilterra dui frati Venetiani, o di quello Stato, i quali si sono dichiarati Ugonotti, e promettono, che saranno ben presto seguitati da un Vescovo Italiano [Marco Antonio De Dominis], che farà il med(esim)o e perche non m’ha saputa dire alcuna particolarità, ne circa la regola, ne circa l’altre cond(izio)ni dei frati, e del Vesc(ov)o usarò ogni maggior diligenza per scoprirne quel piú che si potrà non havendo intanto voluto tacerne a V. S. Ill.ma l’avviso.
Subito intesasi qui la morte del Doge di Venet(i)a alcuni di q(ues)ti Ugonotti, che hanno altre volte tenuto commercio di l(ette)re col fr(ate) Paolo Servita si sono lasciati uscire di bocca, che se sarà fatto un altro Doge, che non sia si confidente, e fautore del frate, come era il defunto, esso per non cadere in mano de’ suoi nemici si ritirerà nel Palatinato, dove dicono ch’egli ha molti strettissimi amici, il che affermano che detto frate ha deliberato gran tempo fa insieme con un Calvinista chiamato il Baron di Dona [Cristoph von Donha, amico del Sarpi], a che starò anco avvertito per intendere qualche cosa di vantaggio se potrò per avvisarne V. S. Ill.ma.
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