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LXXI. Roberto Ubaldini a Scipione Borghese (Parigi, 30 agosto 1612).
ASVat., Lettere dell’Ubaldini, Nunzio in Francia, dell’anno 1612-1613, t. iii, Segreteria di Stato, Francia, v. 55, ff. 207v-208r.
Minuta non autografa, non datata. La data e il destinatario si deducano dalle missive che precedono.
Al med(esim)o de 30 d’Agosto 1612.
Non ho mancato di fare ogni maggior diligenza per sapere qualche particolarità dell’avviso che diedi a V(ostra) S(ignoria) Ill.ma con le mie de 2 di q(ues)to [vedi lettera dell’Ubaldini del 2 agosto 1612] di quei dui frati retiratisi in Inghilterra, e del Vescovo, che pensava di ritirarvisi; e per l(ette)re d’uno che è in Inghilterra ho inteso, che de i frati l’uno è Genovese della Paula, non so se q(ues)to sia ordine o casata, e l’altro è Napoletano, ma non si sa di che Relig(io)ne: Che il p(rim)o è stato ricevuto in casa del Pseudo Arc(ivescov)o Cantuariense, et il secondo in quella dell’Eboracense [cioè Tobias Matthew]; Che sono di già ambidui passati Ministri Protestanti, et hanno in q(ues)ta qualità predicato in Italiano, e detto segnatam(en)te che lo Spirito Santo gli haveva forzati a lasciare la Relig(io)ne Papistica; che chi gli conosce gli sprezza come i maggiori balordi, et ignoranti del mondo; et in fine, che il Re non ne faceva conto alcuno.
Quanto al Vescovo non haveva chi scrive potuto sin qui penetrare le cond(itio)ni ma avvisa per certo, ch’egli è Italiano, et che havendo scritto a quel Re, che per alcuni abusi, et occorrenze desiderava passare a quella corte, et supplicatolo di accettarlo, e trattarlo bene, gli era stato risposto conforme al suo empio intentoc, che andandoci sarà il ben veduto, et meglio trattato, il che gonfio d(ett)o Cantuariense ne cantava trionfo.
A questo avviso è per apunto conforme quello, che n’ha Villeroy col qual ne parlai ultimam(en)te e per vedere se ne sapeva alcuna particularità di piú, e per pregarlo d’ordinare efficacem(en)te all’Amb(asciato)re Residente colà d’inquisire quanto piú poteva le qualità del Vesc(ov)o sud(dett)o et mi promise di farlo, e di communicarmene a suo tempo gl’avvisi. U.
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