Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna, p. 322

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suorum. E si vede che ei sta, all’incontro de Cristiani, accampato in
Constantinopoli, estremo d’Europa, contra noi i quali siamo suoi fratri
per la discendenza d’Isaac, fratre d’Ismaele secondo la legge e secondo
la natura, perché come i Spagnoli da Tubal, così i Turchi da Magog,
ambi figli di Jafet, discendono. E senza dubbio il Turco contra tutti i
Macomettani e Cristiani stende le mani a destra e a sinistra, or qua, or
là sempre con vittoria, usando l’arte di far tregua quando ci vede uniti,
e di romperla quando siamo disuniti, ed ei vien vittorioso d’un’altra
impresa contra Persiani e Etiopi, ut supra. Le quali arti ci hanno tolto
il sepolcro del nostro Cristo, e più di ducento regni, e sta vincendo e
non perdendo ancora.
Re di Spagna, all’incontro, ha la competenza dell’Imperio con lui
per la fratellanza naturale di Jafet e per la fratellanza legale di Abramo.
Ma in questa seconda parte si trova megliore, perché ad Isaac, onde
viene Cristo nostro legislatore, è fatta la promissione dell’Imperio universale,
benedetto in Abramo, e a lui compete il regno finale de santi,
finite le quattro monarchie, come dice Daniele.
Ma ad Ismaele, donde
viene Macone legislatore de Turchi, non fu fatta altra promisssione
che d’Imperio assoluto e pugnace.
Di più, ambidue questi re sono parte dell’Imperio romano, perché
dopo la monarchia romana non ci resta altra. Ma per Esdra, il Germano,
ora ispano, ut supra, è destro, e il Turco è sinistro capo
dell’aquila imperiale, sendo stato Macone ribelle di Eraclio imperatore,
sotto il quale egli ha diviso l’Aquila, e non è promesso a lui se
non divorar la testa di mezzo, che è l’Imperio di Constantinopoli, e a
Spagna è promesso divorar la testa sinistra, che è il Turco, ut supra.

Di più, re di Spagna se bene ha sopra di sé un sacerdote armato,
questo li giova per fato e per ragion di stato

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