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CXI. John Chamberlain a Dudley Carleton (Londra 20 febbraio 1614).
PRO SP 14/76, ff. 50r-51v.
Lettera autografa di Chamberlain, firmata e datata From London this 10th of February 1613. Attergato di mano del Chamberlain: To the Right honorable Sir Dudley Carleton Knight Lord Ambassador for his Majestie at Venice.
My very goode Lord
Because I love not to be long held in suspense myself, in any thing, the yssue wherof I am desirous to know, I make the same iudgement of your disposition, and therefore have thought goode to acquaint you with that little (or rather nothing) that hath ben don since I wrote last weeke: for though we are in effect where we were, yet in some cases non progredi is regredi, and the neerer a man comes to his hopes, the further he is cast backe yf they fayle and succeed not [...].
The king went away on monday morning, and thought long till he was gon, for he went thorough that night to Royston, and so to Newmarket: he left the parlement to be debated and resolved on by the counsaile (which they say goes forward) but the time is not yet appointed, till Saterday next, and then S.r Rafe winwod must carrie the resolution to the king, and is not out of hope of better employment; but I doubt he must win his spurres in the service, yf he mean to weare them. I have ben lately twice or thrise with the bishop of Eli who sayes he had sent after me ten or twelve times, and now lastly wold know whether I had left him. In truth I never heard of his sending; but at my first comming to him, in much companie he had, he bad me welcome from venice, for he thought I had ben there again since he saw me, which indeed was not since midsommer. He inquired very kindly for you and drancke to you very affectionatly: he confirmed the revolt of the friers from the k(ing)s owne mouth where he first heard yt, and sayes he never had any great mind to new and sodain converts, having had many trialls of theyre knaverie, or inconstancie. I understand one of them is escaped to the venetian ambassador. I cannot learne that the k(ing) had any speach or conference of or with the fellow that lies at alderman Bolles: and his returne is not expected till toward his day the 24th of the march. So with all due remembrance to my Lady I commend you to the protection of the Almighty. From London this 10th of February 1613. Your Lordships to commaund John Chamberlaing.
Mio Ottimo Signore
Poiché non amo essere tenuto a lungo in ansiosa attesa nelle cose il cui esito desidero conoscere, esprimo lo stesso giudizio sulla tua indole, per aver intuito da te che poco o nulla è stato fatto dacché ti ho scritto l’ultima settimana [vedi lettera del 13 febbraio 1614]: poiché siamo in effetti allo stesso punto in cui eravamo prima e in taluni casi non progredi equivale a regredi e quanto piú un uomo si approssima alle cose sperate, tanto piú se ne sente respinto se esse falliscono o non hanno successo [...].
Il Re è andato via Lunedí mattina [lunedì 18 febbraio] ed è stato a lungo fuori finché non è tornato questa notte a Royston e a Newmarket. Egli ha lasciato che il Parlamento dibattesse e giungesse ad una decisione (che dicono essere lontana); ma il termine ultimo è fissato per il prossimo sabato [sabato 23 febbraio] e allora Sir Ralph Winwood deve strappare una decisione al re e non manca [per me] la speranza di un impiego migliore; ma io dubito che egli saprà guadagnarsi gli speroni nel servizio, se pure saprà indossarli. Sono stato ultimamente due o tre volte con il Vescovo di Ely, il quale dice di avermi mandato a chiamare dieci o dodici volte ed ora vorrebbe sapere se io l’ho lasciato. In realtà non ho mai avuto notizie delle sue chiamate, ma appena arrivato da lui, per quanto fosse in compagnia, mi ha dato il ben venuto da Venezia, poiché credeva che io fossi stato nuovamente lí dopo l’ultima volta che mi ha visto; il che accadde non dopo la metà dell’estate. Mi ha chiesto molto gentilmente di te ed ha brindato affettuosamente per te: mi ha anche dato conferma della ribellione dei frati con notizie provenienti direttamente dalla bocca del Re [Giacomo I] che aveva prima sentito sull’argomento e mi ha detto che egli non ha mai tenuto in gran conto le nuove e repentine conversioni per avere molte prove della loro ribalderia e incostanza. Ho saputo che uno dei due è fuggito [i. e. Ginocchio] presso l’ambasciatore veneto [Antonio Foscarini. Ma in relatà Ginocchio si era rifugiato presso l’ambasciata spagnola]. Non so se il Re ha avuto l’occasione di parlare o incontrare il compagno che giace presso il consigliere municipale anziano Bolles [John Bolles]; il suo rientro non è atteso fino al 24 di marzo. Cosí con i dovuti ossequi per la mia Signora ti affido alla protezione dell’Onnipotente. Servo tuo John Chamberlain. Londra 10 febbraio 1613.
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