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CXVI. Dudley Carleton a John Chamberlain (Venezia, 7 marzo 1614).
PRO SP 99, B. 15, f. 127.
Lettera autografa del Carleton, firmata per esteso Dudley Carleton. La data è aggiunta in alto sul margine laterale sinistro del foglio: From Venice this 25 of feb(ruary) 1613 st. vet.
Goode Mr. Chamberlain
my busines the last weeke and the charge which others tooke to me unto you was the cause that I have now your two letters of the 20th of the last and 3rd of the present, both to answeare at one time and first concerning owr frends advancement and my owne subsisting there is no more to say but to refer all to God and goode fortune.
The Neapolitans arrival in England and the Carmelitans reconvertion fall owt unluckely together, yf things be judged by the events; yet I know not the successe of the former, but have little better conceit of him than you have. Such, notwithstanding, hath ben the course and cariage of both those businesses, that yf the like occasions should present themselfs to me to morrow next, I could doe no otherwise, nether should I thincke of other proceeding than hath past in both these. I must confesse to have ben ever jealous of the Carmelitans since I heard of theyr base and beggerly courses when they had so little neede: but can not believe they parted from hence uppon that lewde resolution which they now pretend, for besides many demonstrations of theyr affection to be receaved into owr Church and kingdome they shewed sufficient grownds of learning and observation for theyr departure from theyr former profession in religion. It is very likely they have ben practised with all, and regayned by great promises since theyr conversion was held no small disgrace to theyr monastical orders. You will have heard of a frier, whose mountebanck tricks you saw at S.t Apostolo, how he could not suffer owr late Queene of happy memory to sleepe quietly in her grave after so many yeares rest, for which uppon complaint to the Prince he hath ben called before the counsell of ten, and so well schooled and lessoned that he finds this is no place to vent any more of his lying miracles. I remembred your Doctors caveat of pulpet hornets but could not suffer this poisenous-tongd fellow to sting the memorie of so great a Queene. But shall I tell you in sport, betwixt you and me, what had like to have happened? The very day and time when he was before the counsell of ten, a beare being chased by dogs toward the getto brake loose and came into the square court behind my house, from thence climbed up by the vine which joynes to my back door to the top of the gondeliers house next to mine, and so was comming into the window of my dining room, which it might very well have don. If this had hapned, and any hurt followed, Jesu Maria, what a miracle? In what danger was the poor Capuchin, by breaking loose of a beare from the stake, to be made a Saint? But let no body laugh at this but yourself, lest they laugh at me for telling such an ydle story. This lent hath ministred nothing else to write [...].
I pray you remember my service to S.r Th. Edmondes and S.r Ralph Winwood as often as you see them and so with all owr best wishes to yourself I rest most affectionatly Dudley Carleton. From Venice this 25 of Feb. 1613 st. vet.
Mio buon Chamberlain
I miei impegni dell’ultima settimana e altri carichi di lavoro sono la causa per cui ora mi trovo a dover rispondere in una sola volta a due tue lettere, l’una del 20 passato [lettera non pervenutaci] e l’altra del 3 del mese presente [vedi Lettera di Chamberlain a Carleton del 13 febbraio 1614, calendario gregoriano], riguardo ai progressi del nostro amico [allude a Ralph Winwood] e alla mia sostituzione, poiché sono cose da affidare tutte a Dio e alla buona fortuna.
L’arrivo del Napoletano [porbabilmente Pietro Arlensi] in Inghilterra e la riconversione dei carmelitani capitano sfortunatamente insieme se si deve giudicare dagli eventi, ancora non conosco il successo del primo, ma ho di lui un concetto di poco migliore di quello che ne hai tu. Tale, nondimeno, è stato il corso e lo svolgimento di questi due affari che se mi si presentassero da sé le stesse occasioni domani, non potrei agire diversamente né potrei escogitare metodi diversi da quelli adottati in entrambi i casi. Confesso di aver cominciato a sospettare dei carmelitani fin da quando ho avuto notizia della loro scelta di darsi all’elemosina anche in assenza di un autentico bisogno; ma non posso credere che essi siano partiti da qui con quella sconveniente intenzione che ora manifestano, poiché, oltre alle molte dimostrazioni di desiderio di essere accolti nella nostra chiesa e nel nostro regno, mostrarono sufficienti doti di cultura e di osservazione per l’abbandono della loro precedente professione di fede.
È molto probabile che abbiano complottato con altri e che siano stati convinti con grandi promesse, poiché la loro conversione fu vista come una non lieve disgrazia per i loro ordini monastici.
Sentirai parlare di un frate, i cui espedienti da ciarlatano hai personalmente sperimentato nella chiesa dei Santi Apostoli, ove egli non ha dato tregua neppure alla nostra Regina di felice memoria, che riposa in pace nella sua tomba già da molti anni; perciò per dare soddisfazione alle lagnanze del Principe, fu chiamato davanti al Consiglio dei Dieci e fu cosí accorto e preparato da rendersi conto che non era quello il luogo ove dare ulteriore spazio ai suoi falsi miracoli. Ti ricordo il tuo dottorale caveat dai pulpiti tenuti da persone fastidiose, ma non si può tollerare che persone, dotate di lingua velenosa, offendano la memoria di una cosí grande regina. Ma vuoi che ti dica per burla, tra me e te, ciò che è accaduto? Quello stesso giorno, mentre egli era davanti al Consiglio dei Dieci, un orso, inseguito dai cani verso il ghetto, si liberò e venne nella piazza dietro casa mia, da lí si arrampicò sulla vite che è comune alla mia porta posteriore e a quella superiore della casa del gondoliere, vicina alla mia, sicché entrò dalla finestra della mia camera da pranzo e avrebbe potuto fare gran danno. Se è accaduto ciò senza che ne sia seguita alcuna lesione, Gesù Maria, che miracolo? Da quale pericolo scampò il povero cappuccino per la fuga di un orso dal palo; sarebbe stato fatto santo? Ma lasciamo che di ciò rida solo tu, perché temo che altri ridano di me per aver narrato una cosí futile storiella. Questa quaresima non ci ha fornito altra materia da mettere per iscritto.
Ti prego di ricordare il mio servizio a Sir Thomas Edmondes e a Sir Ralph Winwood ogni volta che li vedi e cosí con i migliori auguri per la tua persona resto affettuosamente tuo Dudley Carleton. Venezia, 25 febbraio 1613 st. vet.
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