Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna, p. 282

Precedente Successiva

ragion di stato, acciò il Papa sempre stesse timoroso di Lutero, che si
armò contro la sua autorità, onde fosse astretto sempre a seguire
sempre le parti di Carlo, aiutandolo con danari e indulgenze nell’imprese
ch’ei facea per arrivare alla Monarchia, e dichiarando giuste le
sue guerre, temendo che non si piegasse a inalzare Lutero suo emolo
che predicava non convenirsi al clero tener ben temporali: nondimeno
si vede essere stato contro ogni ragion di stato, poiché, snervato
il Papato, tutto il Cristianesimo s’indebolisce, e posta l’eresia,
tutti i popoli si ribellano sotto specie di vivere in libertà di conscienzia,
come fece Germania e Fiandra, popoli d’esso Carlo.

Però si vede che ei per una pietà generosa errò, pensando sempre
poter vincere la Germania a suo modo, e vincere i protestanti quando
li piaceva, e fare e disfare del mondo, come errò per questo pensiero
nell’impresa di Tunisi e di Francia. Dico pertanto che {Carlo} dovea farsi serbare
la parola da Lutero nella dieta e dopo, inanti che arrivi a casa,
opprimerlo, e li protestanti abbassati estinguere, e infirmare tutti i
primi movimenti delli eretici, perché non sarebbe nato dal loro esempio
Calvino e tant’altri, che infettaro l’una e l’altra Germania sua, e i
Prencipi di Fiandra e Valdireno non avrebbero seguite le vestigia de
protestanti con più cautela contra Carlo.

L’altro errore che si è fatto in Valdireno fu voler frenare all’usanza
di Spagna con l’Inquisizione severa quei popoli cominciati a sfrenarsi,
e con tributi che il Duca d’Alva introduceva. Imperoché un grande
incendio cominciato, quanto più si soffia, più s’accende. Onde
perch’essi desideravano la libertà della conscienza per mantenersi liberi
di signoria, nell’uno e altro disegno a quei popoli amatissimo
stimolati, senza prima sottometterli con armi e fortezze e tribunali

Precedente Successiva

Schede storico-bibliografiche