Archivio Tommaso Campanella

Tommaso Campanella, Lettere, n. 75

A PAPA URBANO VIII IN ROMA

Roma, 22 novembre 1628

Santissimo Padre,

Reminiscentur et convertentur ad Dominum universi fines terrae, etc. in
tempo di Vostra Santità et io servo vostro et instrumento non dissutile. Le
braccia del corpo mistico di Cristo si vanno spedendo, perché Vostra Beatitudine,
ch’è il capo di quello, li possa mover a suo cenno. Io ho spedito il
Reminiscentur, e la Monarchia del Messia e l’Antimachiavellismo, e ’l padre
maestro Riccardi, il Mostro, con censura rigorosa l’ha tutti aggiustati e confirmati
con carità e con sottilezza d’ingegno e di dottrina. E ’l padre maestro
di studio rigorosamente m’ha rivisto et approbato la Filosofia rationale, che
si possa stampare. Io ho finito i commenti de’ suoi divini poemi, mi resta
solo una, che va all’illustrissimo Magalotti, che fra domane sarà compita. È
necessario ch’io parli a Vostra Beatitudine, et in questa allegrezza della vittoria
contra a’ nemici offerirò a Vostra Beatitudine qualche pensiero strumentale
al resarcimento a cui Vostra Beatitudine attendeva. Ho fatto anche
l’orazione di questa allegrezza che si reciterà in S. Luigi da un padre francese
marchese, se piacerà a Vostra Beatitudine, et attendo sempre a quel che
Vostra Beatitudine mi pose nel core. Et aspetto la sua grazia, e mi dica se
questi libri deveno passare per il vice gerente e dal padre maestro del S. Palazzo
e quanto comanda. Io tengo l’Odi commentate per ligarle, e aspetto
che Vostra Beatitudine mi mandi quattro, che tene, il Penitente, quella de
Carolo fratre e padre Antonio Barberini, e Cesarini e Ciampoli. E quando
volesse veder l’altre, ce le manderò. Credo che san Giovanni Battista piacerà
al suo gran senno, secondo l’ho fatto. Resto pregando l’Altissimo ut supra
senza cessare. Gloria in excelsis Deo et in terra.