Tommaso Campanella, Lettere, n. 115

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A PAPA URBANO VIII IN ROMA

Parigi, 9 aprile 1635

Santissimo Padre,

fui forzato scriverle l’inclusa. Pazienza s’è lunga, ma necessaria a chi governa.
Quel ch’io dico e fo per la gloria di Vostra Beatitudine e utilità de’
suoi, il tempo, gli effetti e gli altrui avvisi lo diranno. Il padre Marini, a
cui scrissi, dirà a Vostra Beatitudine quel che cerco per giustizia. Scrissi anche
al conte di Castelvillano e all’eminentissimo Protettore. Di grazia, supplico
per la sua salute, cara a tutti buoni, non mi lasci continuar li torti fattimi
dal Mostro e dal Padre generale.

Baciando i santi piedi, resto pregando l’Altissimo incessabiliter, e tutto
Parigi sallo, per la vita e gloria di Vostra Beatitudine.

A dì 9 aprile 1635.

Fra Tomaso Campanella,
servo perpetuo, fidelissimo e cordialissimo e umilissimo.

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