Tommaso Campanella, Lettere, n. 65

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A MARCO AURELIO SEVERINO IN NAPOLI

Napoli, 24 settembre 1624

Illustre signor osservandissimo,

intendo che Vostra Signoria medica Marzio Cennomo, grande amico del
signor Giovan Vincenzo Lofasto, a cui Vostra Signoria sa quanto devo. E
perché questa persona si lauda assai di Vostra Signoria, e lo tiene meritamente
come un Esculapio, e dice che non può far quanto Vostra Signoria
merita, e li pare poco quanto facesse, mi pregò ch’io la raccomandasse a Vostra
Signoria; il che faccio caldamente, e mi rallegro assai del nome suo che
si va ampiamente spandendo. Le mandai li miei libri. È venuta d’Alemagna
la Cantica e vengono gli altri; e si stampa la Metafisica, ché n’ho lettera del
Conte, e pur la Medicina e Astrologia. Questo dico, perché so quanto Vostra
Signoria si rallegra di questi boni eventi dell’academia, e noi tutti del
suo nome. Dio sia con lei.

Castelnovo, a’ 24 di settembre 1624.

Fra Tomaso Campanella suo.
[A tergo:] Al signor Marco Aurelio Severino, medico e anatomista reggio
della città, salute. All’Incurabili.

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