Tommaso Campanella, Lettere, n. 33

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A PAPA PAOLO V, ALL’IMPERATORE RODOLFO II
E AL RE DI SPAGNA FILIPPO III

Napoli, marzo 1609

Memoriale e promesse del padre fra Tomasso Campanella al Papa,
all’Imperatore e al Re per la sua debita libertà.

Si dice per fra Tomasso Campanella, sacerdote dell’ordine di san Domenico,
non convinto né confesso d’eresia né di rebellione, per la quale
son dieci anni ch’è carcerato nelli castelli regii di Napoli sotto falso pretesto
non di aver fatto, ma voluto far rivoluzione della quale volontà lui deve essere
interprete e le opere sue per filosofia umana e divina – «ab operi bus
eorum cognoscetis eos», e non dalle parole de’ nemici e d’interessati –
qualmente lui sempre ha professato vivere, scrivere, parlare e predicare cose
non triviali in beneficio della Chiesa e della Maestà Cattolica, come dimostrano
li libri che lui fatto ha e le scienze che ha acquistato. Donde promette,
nelli seguenti articoli mirabili, nel conspetto degli uomini, e le cose certe
certamente e le probabili probabilmente, in venti mesi, sotto la pena del
fuoco se lui mente; protestandosi che non deve muorire un uomo che puol
essere utilissimo alla republica cristiana, così meschinamente, per fraude
d’altri rinchiuso nelle criminali carceri orrende in mano di crudele e avara
gente. Poiché, come dice Platon filosofo – e ’l suo detto è da san Tomasso
e dalla sua scuola approbato –, solo quel membro dal corpo della republica
si deve recidere chi è marcio e putrido e non puol servire a qualche uso; e
lui promette utilità grandissime le qual lo dimostrano eccellente in ogni
scienza, e de iure gentium «excellens in arte» non debet mori. E le cose fatte
non possono esser non fatte; dunque non per le cose fatte l’uomo è punito,
ma perché non ne faccia più lui, o altri con esempio suo.

Però, benché avesse voluto fare quel che dicono – e lui niega con argomenti
e fatti manifesti – pure non deve morire, avendo [dato] con la pena
sodisfazione all’esempio, e promettendo fare quel che raffrenarà lui e gli altri
dal male,ut infra ecc.

In primis, perché mormorano gli officiali che sia speso per causa del
Campanella – e fu per occasione presa d’altri – molte migliara di docati,
promette dare alcuni Arbitrii per li quali il Re averà ogn’anno dal regno
di Napoli, oltre li tributi ordinarii, più di centomila scudi, con gloria del
Re e utile e accrescimento de’ vassalli.

2. Far guadagnare al Re, per una volta tantum, cinquecentomila ducati
da impiegarsi ad un’impresa utile al Regno, che metterà, di più, al Re in mano
la chiave del dominio di Europa facilmente.

3. Far fabricare una città salubre e inespugnabile, con tal artificio, che
solo mirandola s’imparino tutte le scienze istoricamente.

Per beneficio della monarchia di Spagna e della santa Chiesa:

[1]. Promette far un libro, dove si dimostra per raggioni politiche e naturali,
e per profezie divine e umane, e per universal consenso delli savi del
mondo, essere già venuto il tempo che, dopo tanti scompigli avvenuti al genere
umano per la divisione de’ prencipati e varie sette, s’ha da ridurre il
mondo sotto una sola fede cattolica in una monarchia universale felicissima,
cantata da’ poeti per secolo aureo, profetata da’ profeti per Gerusalem liberata
da Babilonia, descritta da’ filosofi per stato d’ottima republica ancor non
vista, cercata da santa Chiesa, che si faccia la volontà di Dio in terra «sicut in
Coelo», e aspettata da tutte nazioni per fine de’ lunghi travagli umani, come
preambulo della gloria celeste, secondo la promessa fatta ad Abram, «ut heres
esset mundi» ecc.; e che di questa universale monarchia del mondo già è
congregatore il re di Spagna cattolico, cioè universale, e che a lui tocca metterla
in tutto il mondo per il quale il suo imperio gira col sole, e mette il continuo
sacrificio prescritto nell’imperio di Ciro, figura dello spagnuolo; e promette
fare che non ci sia senso stirato né errore, ma certa prova del tutto, con
gusto del santo Pontefice, che forsi cessi l’invidia d’altri prencipi: e questo
servirà a volger gli occhi di tutto il mondo a questa monarchia e desiderarla
con fatti e desiderio, perché dove inclina la profezia e desiderio dellì popoli
inclina anche l’imperio, come sanno li dotti in istoria e politica.

2. Far un libro secreto al re di Spagna, dove si mostra un modo facile e
santo per politica e profezia d’arrivare a questa monarchia presto, e scuoprir
molti errori che ritardano la fortuna di questo imperio e che pônno disturbarla
ancora.

3. Far un altro libro contro li macchiavellisti, che sono rovina del presente
secolo e di questo imperio cattolico, convincendoli con ragioni vive ed
efficacissime, alle quali per consenso d’ogni sofista epicureo, che vorrà udirle,
sarà forzato a cedere e lasciar gli errori che hanno intorno alla dottrina
dell’anima, e in quel che pensano, che la republica e religione sia arte di Stato;
mostrando di più che ogni principe di tal opinione ha rovinato in se stesso
o subito ne’ posteri, e che Spagna solo per la religiosità, almeno apparente,
andò sempre avanti.

4. Far un altro libro per il quale siano convinti con facilità subbito le
sette de’ Gentili dell’Indie orientali e occidentali, secondo i loro princìpi
proprii di ciascuna setta e con la ragione commune, perché ad auttorità
non credono; e tirarli alla nostra religione con prove mirabili; e scompigliar
tutti i prencipati loro per tal via convenire alla monarchia cattolica; e che
ogni savio, legendo, confermi dovere essere così ecc.

5. Scuoprir una congiura di prencipi e teologi e filosofi e astronomi del
mondo fatta con patti taciti ad oscurar il Vangelo, la quale, scuoperta, subito
si disfà; e si scuoprono maraviglie altissime, dalle quali saranno forzate tutte
quasi le nazioni, in particolar la maometana, ebrea e gentile, a confessar il
Vangelo, e si raccenderà la fede raffreddata tra’ cattolici, e senza dubbio.

6. Dare un libro contro Luterani, Calvinisti e contro tutte le republiche e
regni eretici e ogn’altra setta insorgente contra la fé cattolica, scoprendo
che il modo tenuto fin mo nel disputare con loro sia un allongar la lite, il
che è specie di vittoria a chi mantiene il torto.

7. Andar in Germania, lasciando in carcere cinque parenti per ostaggi, e
convertire alla fè cattolica almeno due de’ prencipi protestanti e tornare fra
quindici mesi con gli ambasciatori di pace al santo Pontefice; e prima far
conoscere il modo a Sua Beatitudine, come esso Campanella può far questo
sicuramente, non mancando l’aiuto di Dio, il quale si deve stimar che certissimamente
concorrerà ecc.

8. Far cinquanta discepoli poi, armati di ragioni, auttorità, testimonianze,
riscontri e desiderio di martirio, e mandarli a predicar nel Settentrione con
eretici, con mostrar loro il fine istante di quelle sette, e che esse si conoschino
divise e vinte, e che noi non sappiamo cogliere il frutto della vittoria.

9. Insegnar filosofia morale, naturale, politica, rettorica, poesia, medicina,
cosmografia e astrologia in un anno, con facilità e certezza mirabile, ad
ogni ingegno atto ad imparare; e che sappiano più che altri versati nelle
scuole per dieci anni, e più dotti nelle cose che nelle parole, facendo il mondo
libro e memoria locale di tali scienze; e alla teologia e legge, che si servono
più di memoria e d auttorità, introducerli sufficientemente.

10. Componer di nuovo tutte le scienze naturali predette, cavandole dalla
Bibbia e sacri dottori, per distogliere la gioventù dalli libri de’ Gentili, che
sono officina del macchiavellesimo e dell’eresie; e che questi libri avanzino
Aristotele e Platone di verità, di certezza, di raggione, di facilità, per consenso
di tutti quelli che ben l’esaminaranno.

11. Far nuova astronomia, perché il cielo è tutto mutato, e la vecchia
puoco serve al Mondo Nuovo; e poner le figure delle stelle antartiche nuovamente
scuoperte, segnando in quelle gli eroi della conquista con gloria di
Spagna, come fecero gli antichi Greci e Caldei in questo emisfero nostro; e
scuoprir insieme li segnali della morte del mondo per fuoco contro le umane
scuole; e scuoprir cose utilissime per non errare nel calendario.

12. Far un nuovo modo di tirar gli Ebrei alla fede, ancora non inteso,
con molta facilità.

Promette anche le seguenti cose probabilmente:

1. Promette fare un artificio, che li vascelli senza remi navighino anche
senza vento.

2. Che le carra siano tirate dal vento senza bestie nelli paesi piani con
ogni peso, e più facilmente che nella China si dice usarsi.

3. Che li soldati a cavallo adoprino ambe le mani senza tener briglia, e
guidar bene il cavallo per ogni verso meglio che i Tartari si dicon fare.

E perché si veda che fra Tomasso Campanella attendeva a questi pensieri
e non a ribellare, e che puol fare quel che promette, si mette qua la lista
dei libri da lui composti in beneficio del Re e di santa Chiesa.

Scrisse però [1] li Discorsi sopra la monarchia di Spagna, dove mostra il
modo d’ampliarla in tutto il mondo con mirabili arti e prestezza; e [2] li Discorsi
a’ prencipi d’Italia
, che per bene loro e del Cristianesmo non debbiano
repugnare a tale monarchia, e come si pônno assicurare politicamente dalla
gelosia di quella; e [3] la tragedia della Regina di Scozia per Spagna con[tro]
Inghilterra.

Scrisse [4] la Monarchia del Cristianesimo a Clemente VIII.

[5]. La Monarchia del Messia in altro volume, con le ragioni di Spagna
sopra il Mondo Nuovo.

[6]. Aforismi politici centocinquanta.

[7]. Del governo ecclesiastico libro uno.

[8]. Contro il Mulina pro Thomistis articoli quarantacinque.

[9]. De rerum universitate libri venti.

[10]. De investigatione rerum libri tre.

[11] De sensu rerum et magia libri quattro.

[12]. De medicina iuxta propria principia libri due.

[13]. De unica animae substantia contra Galenistas apologia pro Telesio.

[14]. Defensio Telesianorum ad Sanctum Officium libro uno.

[15]. De philosophia naturali compendi due in volgare e un latino, diversi
ecc.

[16]. L’Epilogismo di quanto ha filosofato nelle cose naturali, morali e
politiche
secondo li proprii principi.

[17]. De propria republica in dialogo, detto la Città del Sole.

[18]. Un Dialogo politico contro Luterani e calvinisti, che a prima disputa
convince ogni sectario.

[19]. Un libro detto Recognoscimento filosofico della vera universale religione
contro l’anticristianesimo macchiavellesco,
al qual libro Gaspar Scioppio,
che lo tiene, pose titolo l’Ateismo trionfato.

[20]. De motibus astrorum libri quattuor contra physiologos et astronomos
e similmente De symptomatis mundi per ignem perituri secundum Evangelium
Dei.

[21]. La cantica in varie rime e salmodie, con sentimenti profetali, politici
e morali ecc.

[22]. De eventibus instantibus praesenti seculo in cunctis regnis terrarum,
praecipue in Europa, hinc ad octingentos annos, secundum scientias divinas et
humanas, articui quindecim.

[23]. De dialectica, poëtica et rhetorica ex propiis dogmatis libri tre.

[24]. Metaphysicorum dogmatum iuxta principia propria partes tres, ubi de
Potentia, Sapientia et Amore, principiis metaphysicis, disseritur, et de obiectis
eorum: Esse, Veritate et Bonitate, et de influxibus: Necessitate, Fato et Harmonia,
ubi in examen vocantur omnes scientiae et leges et sectae nationum ad
confirmationem Christianismi.

[25]. Cur sapientes nationum et prophetae in magnis temporum articulis
morti violentae subiaceant, fere semper pro crimine haeresis et rebellionis
ut proprio damnati, ac postmodum cultu et religione reviviscant
tractati due.

[26]. Ad Venetos tempore scismatis libri tre ecc.

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